“Il nostro delegato Rsu sospeso per cinque minuti di sosta in bagno”

Nuovo capitolo nella "guerra" fra Usb e Agesp spa: venerdì 9 luglio presidio di protesta per la sospensione per quattro giorni del rappresentante del sindacato. "Atteggiamento antisindacale" L'azienda: "Non cinque, ma cinquanta minuti"

Prosegue a muso duro il confronto fra il sindacato Usb e Agesp spa. Venerdì 9 luglio, dalle ore 9,00 alle ore 13,00, si terrà un presidio davanti ai cancelli di via Marco Polo, 12, sede della partecipata bustese, in Busto Arsizio, per solidarietà al delegato RSU del sindacato "colpito da un provvedimento disciplinare di ben quattro giornate di sospensione dal servizio”. Provvedimento disciplinare, scrive il sindacato, "arrivato il giorno dopo la conferenza stampa di denuncia fatta dall’Unione Sindacale di Base sull’utilizzo da parte di AGESP di Busto A. di strumenti elettronici potenzialmente idonei per il controllo a distanza dei lavoratori, l’uso di tali strumenti è vincolato al rigoroso rispetto della legge 300 del 1970".
Secondo quanto contestato dalla direzione del personale, scrive il sindacato, "più di un mese fa il nostro delegato, dopo un massacrante turno di lavoro a raccogliere i rifiuti sotto il sole, si è concesso il lusso di una pausa di 5 minuti per andare in bagno". Ovviamente diversa la posizione dell’azienda, secondo la quale erano ben più di cinque minuti la pausa contestata al dipendente.

Usb parla di "atteggiamento arrogante" tenuto dai “padroni delle ferriere” nei confronti di un delegato "per impedire o limitare l’attività sindacale", "nonostante sia un’azienda a finanziamento pubblico (cioè soldi di tutti i cittadini…) e non privata".
Il delegato Usb ricordano i sindacalisti, è stato regolarmente eletto dai lavoratori per svolgere l’attività sindacale in Agesp e verificare che l’azienda rispetti le leggi in vigore per la prevenzione infortuni, per i diritti dei lavoratori ecc.". Un’attività che per il sindacato "dà fastidio alla Direzione", abituata ad avere “carta bianca” e qui Usb parte all’attacco degli altri sindacati "che si sono immediatamente dissociati dalla denuncia di USB, abbandonando i lavoratori al loro destino nelle mani dell’azienda".
Insomma: è guerra aperta, in uno scenario di relazioni sindacali tese che pare d’altri tempi. "E’ bene che l’azienda sappia che USB non si tirerà indietro anzi alzerà ancor di più il tiro, se non applicheranno rigorosamente quanto stabilito dalla legge, porremmo in essere tutti i mezzi possibili per far sì che la salute e i diritti dei lavoratori vengano tutelati".

«Altro che cinque minuti, a noi ne risultano cinquanta» la replica della presidente Basalari. «Il dipendente si è giustificato dicendo che si era assentato in un bar (appunto per necessità fisiologiche). Non sarebbe sanzionabile se così fosse, poi, se un o ha un problema, non sta bene, può avvisare». Comunque, aggiunge, «fa sorridere collegare il provvedimento disciplinare alla denuncia del sindacato: il fatto contestato risale al 15 maggio scorso, poi c’è tutto un iter burocratico che dura un mese. Vorrei precisare che non è vero che abbiamo capireparto che girano per controllare i lavoratori, non diamo la caccia ai dipendenti. I capireparto controllano verificano che l’attività si svolga come pianificato. Uno di loro ha visto il mezzo fermo e ha inoltrato la segnalazione. Per noi i lavoratori sono tutti uguali, a qualsiasi sindacato appartengano: e chi sbaglia è giusto che paghi».

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Pubblicato il 05 Luglio 2010
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