Infiltrazioni della ‘ndrangheta, la società dell’acqua si difende

La Ianomi, che gestisce le reti fognarie e idriche di 41 comuni tra Milano e Monza (più Castellanza), si difende dopo l'arresto di Orlando Vetrano, assunto 18 mesi fa grazie all'intercessione di un boss della locale di Bollate

La società pubblica Ianomi, che gestisce le reti fognarie e idriche di 41 comuni tra le province di Milano e di Monza e Brianza (oltre a Castellanza in provincia di Varese) ha organizzato questa mattina, martedì, una conferenza stampa per annunciare che si costituirà parte civile nel processo che scaturirà dall’operazione della Dda di Milano di martedì scorso, denominata "Il Crimine" e che ha visto l’arresto di oltre 300 persone con l’accusa di essere affiliati alle cosche di ‘ndrangheta. La necessità di annunciare questa decisione giunge dopo che un dipendente della stessa società, Orlando Vetrano, accusato di essere un componente della locale di Bollate (una delle 15 organizzazioni locali create dalle cosche per controllare il territorio lombardo).

Vetrano viene assunto un anno e mezzo fa, così risulta dalle pagine dell’ordinanza che lo riguardano, grazie all’interessamento del capo dell’ufficio di piano della Ianomi Francesco Simeti, già assessore a Bollate. Dalle carte emerge che è il figlio di Vetrano Nunzio, affiliato alla locale e cugino di Vincenzo Mandalari, capo della locale di Bollate. Secondo la procura la sua assunzione è finalizzata proprio a procacciare per le imprese colluse appalti piccoli e grandi anche se, come ci ha tenuto a specificare questa mattina il presidente della società Roberto Colombo, solo una volta appare il nome di una di queste imprese tra quelle utilizzate dalla società per eseguire lavori: «Abbiamo verificato che solo in un caso e per un lavoro da circa 800 euro è stata coinvolta la Imes, una delle imprese legate ai Mandalari – fa sapere il presidente – in quel caso avevamo urgente bisogno di due operai che sollevassero dei tombini ad Arese, durante alcuni controlli da parte di nostri tecnici nel sottosuolo cittadino». C’è da immaginare che il funzionario che fece da sponsor a questa ditta fu proprio il Vetrano.

Nelle intercettazioni, infatti, lo stesso Vetrano si vanta con un amico di Guardavalle, paese di orgine della famiglia, del fatto che aveva partecipato ad un summit di ‘ndrangheta all’interno della sede della Imes, impresa riconducibile ai Mandalari.

Vetrano, inoltre, stando alle intercettazioni, avrebbe fatto assumere due persone a lui fidate (le quali non risulterebbero comunque indagate) e avrebbe messo in atto comportamenti mafiosi all’interno dell’ufficio sia nei confronti di chi lo ha fatto assumere che nei confronti di una sua collega che, infatti, verrà spostata in un altro ufficio. Secondo il direttore di Ianomi Battista Cucchi, comunque, Vetrano «si comportava sul lavoro in maniera diligente, non dava l’impressione di avere atteggiamenti di tipo mafioso e, a volte, sembrava anche fin troppo ossequioso nei miei confronti» – ha detto in conferenza stampa. Sulla sua assunzione è il presidente di Ianomi a raccontare come sono andate le cose: «E’ stato assunto solo dopo che due persone prima di lui avevano rinunciato all’incarico – ha ribadito Colombo – è chiaro che non sappiamo il vero motivo per cui queste due persone abbiano rinunciato» – ha detto Colombo facendo intendere che forse c’è stata qualche pressione da parte di chi lo ha favorito. Attualmente la società ha sospeso Francesco Simeti dai suoi incarichi, così come i due assunti con i favori di Vetrano, mentre l’arrestato è stato sospeso e il suo legale ha richiesto l’aspettativa, negata dalla società.

Secondo la Ianomi, comunque, sarebbe stato impossibile per Vetrano e la sua Locale creare un comitato d’affari: «Il 95% degli appalti che mettiamo in atto vengono affidati tramite gara con evidenza pubblica e solo dopo diversi controlli antimafia condotti dal nostro avvocato con Camera di Commercio e, in alcuni casi, con le prefetture – ha precisato Battista Cucchi – mentre del restante 5% solo una piccola parte viene data in affidamento diretto, si tratta di piccoli lavori di poco conto ma anche in questo caso facciamo lavorare le imprese a rotazione».  


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Pubblicato il 20 Luglio 2010
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