L’assessore: «Troppi insegnanti di sostegno»

Così si è espresso l'assessore al bilancio Walter Gadda durante la presentazione del Piano del Diritto allo Studio accusando le maestre di approfittare dei corsi di teatro, musica e ginnastica per farsi gli affari propri. Rivolta dell'opposizione e delle maestre

«Ai miei tempi, insegnanti di sostegno non ce n’erano. Adesso ce ne sono cinque per classe! Non so se è un bene per un bambino. Adesso un bambino se è un po’ tonto ha un insegnante, se è troppo vivace deve avere un insegnante di sostegno… Non so se fa bene a un bambino avere un insegnante di sostegno a fianco, o se non gli fa più bene rapportarsi con gli altri normalmente, per portarsi al livello degli altri». Sono le parole dette dall’assessore al bilancio Walter Gadda in occasione della presentazione del Piano per il Diritto allo Studio nello scorso consiglio comunale del 28 settembre. La discussione si è accesa di fronte ai tagli per 91 mila euro che andranno a ridurre del 40% le ore di insegnamento di sostegno e ad eliminare alcune attività come il teatro e l’insegnamento della musica alle elementari e l’iniziazione alla lettura e all’attività motoria per la scuola materna.

Sia Antonello Colombo del gruppo Progetto Solbiate che il Partito Democratico, tramite il suo blog (dove è possibile vedere il video postato dal Meetup di Solbiate), hanno fortemente criticato e censurato le affermazioni dell’assessore al bilancio che in consiglio si è difeso così: «Noi non abbiamo tagliato assolutamente niente di quello che è nel programma del Provveditorato. Abbiamo fatto delle scelte sul di più che viene dato, mantenendo quello che è previsto dal Provveditorato. Quindi se l’insegnante dice "siccome non c’è più quello che fa ginnastica, non si fa più ginnastica", commette un’irregolarità molto grave, perché se è previsto nel programma vuol dire che le insegnanti – per quanto di loro competenza – devono fare determinate cose. […] E’ certo che è comodo per l’insegnante, se arriva un esterno che insegna ai bambini a fare il mimo per due ore, e l’insegnante può stare al telefono, magari pure il telefono della scuola, e può fare altre cose, è chiaro che dai fastidio agli insegnanti se salta una di queste cose. Ma ai bambini non è stato tolto assolutamente nulla».

Parole che non hanno fatto altro che gettare benzina sul fuoco alimentando la protesta delle insegnanti che annunciano il loro intervento questa sera, giovedì, nell’assemblea pubblica dedicata al Diritto allo Studio, organizzata dall’amministrazione solbiatese. Le insegnanti spiegheranno in una lettera che non sono state interpellate, come aveva invece detto il sindaco Melis in consiglio comunale, nella redazione del piano ed esprimeranno il loro disappunto per le parole dell’assessore Gadda nei loro confronti, dipinte come delle fannullone. «Queste maestre sono come delle mamme per i nostri figli – ha detto Antonello Colombo – le parole dell’assessore sono indegne».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Ottobre 2010
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