‘Ndrangheta, il processo riparte dai testimoni

In aula domani, martedì, i presunti affiliati alla locale di Legnano-Lonate Pozzolo. Questa volta anche Vincenzo Rispoli, considerato il capo, assisterà all'udienza da dietro le sbarre

Riparte domani, martedì, nell’aula “Falcone e Borsellino” il processo ai presunti appartenenti alla locale di “ndrangheta Legnano-Lonate Pozzolo arrestati nell’aprile 2009 nell’operazione Bad Boys che vide scattare le manette ai polsi di 39 persone. Il processo, dopo le prime battute iniziali, entra ora nel vivo con l’ascolto dei primi testimoni che sfileranno in aula domani davanti al collegio giudicante presieduto dal giudice Toni Adet Novik. Il pubblico ministero Mario Venditti (foto a sin.), della Dda di Milano, sarà presente in aula per ribadire la tesi accusatoria che, ancor di più con l’operazione del luglio scorso denominata “Il Crimine”, ricostruisce quasi nei minimi particolari la potente gerarchia ‘ndranghetista che ha instaurato nell’area sud della provincia di Varese e nell’Altomilanese un vero e proprio regime di paura tra commercianti e imprenditori (night, imprese edili, bar, ristoranti).

L’inchiesta ha anche rivelato come la stessa società civile, emblematico il caso di Lonate Pozzolo, sia rimasta sostanzialmente in silenzio di fronte a questo tipo di avanzata e gli stessi investigatori hanno dovuto faticare anni per giungere ai primi risultati non potendo contare sulle denunce. Le indagini hanno svelato un quadro inquietante con decine di imprenditori sotto scacco dell’usura e del pizzo che non hanno denunciato se non in casi eccezionali. Secondo la ricostruzione degli inquirenti a capo della locale c’era Vincenzo Rispoli ( nella foto a sinistra, liberato dalla Corte di Cassazione e poi riarrestato con l’operazione “Il Crimine”), fruttivendolo di Legnano ed erede di Carmelo Novella (ucciso dalla ‘ndrangheta nel 2008), un gradino sotto i luogotenenti di Rispoli Nicodemo Filippelli ed Emanuele De Castro, in carcere dall’aprile 2009 con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso insieme ad un’altra decina di affiliati.

Questa volta Rispoli, dunque, dovrà seguire il processo da dietro le sbarre insieme agli altri e non dai banchi della difesa come nelle precedenti udienze. Dopo l’operazione prodromica tra Legnano e Lonate Pozzolo, infatti, è intervenuta quella con a capo Ilda Bocassini, che ha portato all’arresto di 300 persone tra Lombardia e Calabria, svelando l’esistenza di un’organizzazione lombarda della ‘ndrangheta che era riuscita ad entrare prima tra le maglie dell’imprenditoria, in particolar modo edile, e in un secondo momento nelle amministrazioni, pronta a fare il salto di qualità per riproporre al nord quello che, in buona sostanza, era stato fatto al sud. La grande operazione del caldo luglio 2010 ha anche permesso di svelare in maniera piuttosto particolareggiata l’organizzazione gerarchica interna delle ‘ndrine, facendo della ‘ndrangheta l’organizzazione criminale più forte dal punto di vista sia militare che economico. Prova ne sono gli attentati e le minacce che da più di un anno hanno preso ad intensificarsi nei confronti dei magistrati della Procura di Reggio Calabria.

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Pubblicato il 11 Ottobre 2010
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