Davanti alla Procura un monumento ai magistrati coraggiosi

E' stata svelata la stele con i nomi dei giudici uccisi da mafia e terrorismo voluta dal consigliere Porfidio nell'aiuola di largo Giardino. Oltre alle autorità presenti anche i figli del magistrato Guido Galli, vittima degli anni di piombo

La lista dei magistrati uccisi dai poteri criminali, mafia e terrorismo in primis, è stata scolpita su di una stele che ha le fattezze di un libro, un libro che si spera non debba mai voltare pagina per due motivi: cristallizzare nella memoria comune quei nomi e quelle storie e non aggiungerne mai altri. Accanto campeggia la statua della dea della giustizia. E’ stata inaugurata questa mattina l’opera voluta dal consigliere comunale de "La Voce della Città" Audio Porfidio a conclusione di un lavoro durato alcune settimane e che ha visto la riqualificazione dell’aiuola di largo Giardino.

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Inaugurato il monumento ai magistrati 4 di 11

Ad inaugurare il monumento erano presenti tutte le autorità civili e militari della città, insieme a Carla e Giuseppe Galli, i figli del magistrato Guido Galli, ucciso da un commando di terroristi da un’organizzazione di estrema sinistra. Sono stati proprio loro a togliere i drappi tricolore che coprivano la stele e la statua mentre risuonavano nell’aria le note dell’inno di Mameli.

L’inaugurazione ha fermato per una mezz’ora i due palazzi della giustizia bustocca e tutti i magistrati, i giudici e i rappresentanti delle varie forze dell’ordine hanno presenziato alla cerimonia che ha visto gli interventi, in sequenza, del presidente del consiglio comunale Speroni che ha letto il messaggio di Audio Porfidio (visibilmente emozionato), del procuratore capo di Busto Arsizio Francesco Dettori, del presidente del tribunale Antonino Mazzeo e del sindaco Gigi Farioli che, alla fine del suo intervento, ha abbracciato il consigliere Porfidio. Il magistrato Valentina Margio, infine, ha letto i nomi presenti sulla stele.

Dettori ha ricordato la sua personale amicizia con Guido Galli, assassinato il 19 marzo 1980 a Milano, da un commando di Prima Linea (uno dei gruppi armati più sanguinari degli anni di piombo), a causa della sua azione da magistrato contro di essi. Fu lui infatti a concludere la prima maxi-inchiesta sul terrorismo partita nel settembre del 1978 dopo l’arresto di Corrado Alunni e il ritrovamento del covo di via Negroli, a Milano. Il presidente Mazzeo ha sottolineato la figura di Giovanni Falcone che conobbe personalmente ma ha anche ribadito l’esigenza di una maggiore attenzione a chi lavora per assicurare la giustizia ogni giorno. Importanti le parole del sindaco Farioli che ha sottolineato l’esigenza di dare adeguati mezzi a giudici e magistrati «come ha fatto il comune di Busto Arsizio nonostante avesse un bilancio in deficit».  Farioli ha anche svelato che uno dei giudici che per primo ha aperto la strada alla lotta alla mafia, Cesare Terranova, era lo zio dell’attuale assessore alla sicurezza Walter Fazio.

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Pubblicato il 22 Ottobre 2010
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