Progetto Vo.La.Re., su Internet la rete di supporto per le nuove povertà
Ancora un buon esempio di "sistema" fra associazioni ed enti quello che ha portato alla creazione di un sito con indicazioni utili per il supporto di chi è rimasto senza casa: in pochi clic si sa "chi offre che cosa"
Il Progetto Vo.La.Re. (Volontari che Lavorano in Rete) spiega le sue ali presentando i risultati degli ultimi mesi di lavoro, culminati in una pagina Web che farà da mappa, da chiave di volta e punto di riferimento per il sistema dell’aiuto aiu bisognosi. Lo ha fatto venerdì sera al Teatro Fratello Sole, presente per un utile confronto l’assessore ai servizi sociali Mario Crespi.
Vo.La.Re. vede capofila l’associazione Ali d’Aquila, formata da giovani dell’oratorio San Filippo, e che ogni sabato mattina offre un servizio doccia, cambio d’abito e colazione a chi ne ha bisogno, affiancata dal Forum del Terzo Settore e dai Frati minori. L’obiettivo era di venire incontro alle nuove povertà con particolare riferimento alle persone che si vengono a trovare, temporaneamente o purtroppo in modo cronico, senza un tetto certo sotto cui vivere. Finanziato tramite il bando 2008 per la coesione sociale da Fondazione Cariplo, Cesvov Lombardia e dal Fondo speciale per il Volontariato, mirava a sviluppare coesione tra senzatetto e società.
Ma Vo.La.Re prima di tutto è una raccolta delle realtà presenti nel volontariato e nell’aiuto alle situazioni di difficoltà. Sul sito del progetto ognuna di esse sarà indicata sulla mappa (di cui esiste al momento una versione di prova), integrata con Google Maps, con una V, ogni realtà con i suoi riferimenti e contatti, cui si potranno a piacimento aggiungere immagini e testi. Tutto per far sapere in pochi clic dove si può farsi una doccia, dormire, trovare un pasto caldo… o comprarsi un mobile usato a prezzo stracciato: strumento quindi utile anche agli stessi servizi sociali, come riconoscerà l’assessore Crespi auspicando un link anche "digitale" tra questi versanti dell’assistenza, istituzionale e non.
I protagonisti del progetto, in gran parte giovani e giovanissimi, hanno declinato i concetti chiave in tre punti: cultura, dati, rete. Quindi sensibilizzazione, anche attraverso occasioni pubbliche e incontri con esperti; informazioni sulla percezione del problema da parte della cittadinanza, e dunque ricerche anache sul riscontro che la stampa dà ai casi di emrginazione e difficoltà; ampliamento della rete, coinvolgendo oltre ai tre soggetti che hanno avviato Vo.La.Re., la Croce Rossa, la Caritas decaale, il dormitorio di Sant’Anna, gli Alpini, gli scout che prestano servizio in mensa dai Frati minori; contatti sono in corso anche con Auser (anziani) e Casa Onesimo (carcerati). Infine, in chiave molto pratica, il sito Internet di coordinamento generale. Il sogno resta quello di una "Casa della carità" a Busto Arsizio, ma i tempi per realizzarla saranno lunghi. «Un’idea bella» come dirà una religiosa dell’Oasi di Santa Chiara, già per trent’anni caposala in ospedale: «serve l’educazione, in primo luogo a imparare la bellezza della diversità. Da noi è un miracolo quotidiano, quando hai otto nazioni su un piano, o incontri gente vissuta per strada per vent’anni. Faccio questo lavoro da quando sono in pensione, e trovo tanta umanità, sia negli stranieri che nei senzatetto italiani».
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