E’ guerra di nomi tra le pompe funebri
A chi spetterà di mantenere sulla vetrina la dicitura "La Fagnanese" lo deciderà il giudice ma intanto in paese c'è confusione e il proprietario di una accusa l'altro: «Dice di essere l'originale ma non è vero». La risposta: «Rosica, siamo 6 a 0 per me»
Due pompe funebri con lo stesso nome nello stesso paese. “La fagnanese srl” e la “La fagnanese di Canale Tommaso” si contendono il mercato dei funerali, oltre al nome, con una causa in tribunale. A denunciare la situazione che si è creata dal 2 agosto di quest’anno è Antony Accarino che ha rilevato l’attività di via Saibene dal padre sull’orlo del fallimento: «L’ho denunciato per concorrenza sleale, visto che lui ha lavorato per tantissimi anni nell’azienda di mio padre usando il suo nome, poi dal 2 agosto si è licenziato senza preavviso aprendo la nuova attività il giorno stesso – si sfoga il giovane Accarino – ora vedo comparire la pubblicità dappertutto nella quale dice di essere l’originale, l’unica sede de “La Fagnanese”. Lo trovo scorretto, soprattutto nei confronti di chi l’ha fatto lavorare per tantissimi anni».
Dalla sua impresa Tommaso Canale non si scompone, il suo viso è conosciutissimo in paese e lui non perde occasione di metterlo sulla pubblicità che circola sui giornali e anche sulla vetrina della sede di via Roma: «Non intendo fare polemiche – risponde – ho avuto le necessarie autorizzazioni (nella licenza, però, appare il nome della Sanco, ndr) e solo il giudice potrà dire l’ultima parola su chi dovrà cambiare il nome sulla vetrina. Il signor Accarino è in difficoltà da quando mi ha mandato via e per il momento siamo 6 funerali a 0 per Tommaso Canale».
Canale ha lavorato per oltre 30 anni come direttore tecnico de “La Fagnanese” di Accarino e ha associato il suo nome a quello dell’impresa di pompe funebri. In paese tutti sanno chi è Canale e quando c’è un funerale i parenti del defunto si rivolgono a lui: «Non ho bisogno del nome “La Fagnanese” per lavorare e se il giudice deciderà di farmelo togliere provvederò a rimuoverlo dalle vetrine» – dice lui con molta serenità ma intanto Antony Accarino risponde all’ennesima telefonata «Pronto è “La fagnanese” di Tommaso Canale?», laconica risposta «No signora, Tommaso non lavora più per noi ma come possiamo esservi utile?», risposta seccata «No, assolutamente. Io ho bisogno del signor Canale».
Dal 17 novembre si saprà chi potrà tenere il marchio e chi dovrà cambiare quello che ha sulla vetrina.
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