“Vi offro un lavoro” ma li truffa

Un bustocco assume due bodyguard e una segretaria promettendo affari d'oro con camion per la dialisi ma non li paga e prosciuga la carta di credito di uno dei tre. Tenta la fuga ma lo bloccano a Malpensa

Era riuscito a convincere tutti del suo progetto: allestire camion motorhome come centri dialisi viaggianti ma la truffa è venuta a galla e i creditori, adesso, bussano insistentemente alla sua porta. Alcuni di questi, suoi dipendenti, hanno presentato un esposto in procura  per truffa e, insieme al loro legale Francesca Cramis (al centro nell’immagine), hanno deciso di rendere pubblica la storia di Andrea Barlocco, 45enne bustocco (omonimo di un Andrea Barlocco di Busto che lavora alla Toma Advanced Biomedical e che nulla c’entra con l’altro), ufficialmente conosciuto come rappresentante di prodotti sanitari che, un giorno, se n’è venuto fuori con questa idea imprenditoriale nel campo della sanità.

Tutto ha inizio circa tre settimane fa quando Barlocco, sentendosi minacciato (probabilmente i problemi con i creditori erano già venuti a galla) ingaggia un suo amico d’infanzia, Andrea Pano (a destra nella foto), come bodyguard. Non contento fa coinvolgere anche un amico di Pano, Giampiero Sardo, e da entrambi si fa accompagnare in tutte le occasioni: «Ci ha indotti a lasciare i nostri rispettivi lavori – raccontano i due – promettendoci una diaria da 350 euro e un contratto a tempo indeterminato a partire dal 12 novembre». I due, abilitati per quel tipo di lavoro, lasciano i loro rispettivi impieghi all’Agesp (Pano) e all’Aipa (Sardo) per seguire Barlocco in questa avventura. Barlocco ingaggia anche Laura Marcora, una giovane ragazza che, di fronte ad una proposta di lavoro da 200 euro al giorno si è lasciata convincere e ha preso il posto di segretaria.

Nel giro di pochi giorni diversi episodi fanno insospettire i tre: Barlocco non ha un soldo in tasca e le sue carte di credito (millantate) non risultano utilizzabili. In perfetta buonafede l’amico di infanzia Andrea Pano, ora suo guardiaspalle, gli concede la sua carta di credito American Express Oro con fondo spesa illimitato. Barlocco non si risparmia e affitta auto di lusso per gli spostamenti, escort, organizza cene di gala in prestigiosi hotel dove pernotta e mangia spesso e volentieri sotto lo sguardo sempre più sospettoso dei due bodyguard e della segretaria: «Si faceva pagare anche le sigarette che fumava continuamente – racconta Giampiero Sardo – in una notte faceva fuori un pacchetto e aveva il coraggio di chiedermene altre», ma questo è nulla in confronto al conto salato lasciato sulla carta di Andrea Pano: 15 mila euro di spese folli in tre settimane. Barlocco, a volte, dorme anche a casa di Andrea Pano adducendo motivazioni relative alla sua sicurezza sempre meno credibili.

«Ci teneva buoni in una maniera molto semplice – raccontano tutti e tre – emetteva bonifici che poi risultavano regolarmente falsi». Così ha fatto anche in diverse occasioni con i fornitori. Emblematico il caso del motorhome ordinato ad una società che allestisce camion: «Ne ordinò uno da 105 mila euro e fece un bonifico falso da 66 mila euro, davanti ai nostri occhi». Per non parlare di quando, per andare a Parigi, prese in affitto un’auto di lusso: «Tutti ci chiedemmo – racconta Laura – perchè non andare in aereo». Barlocco ha dalla sua la capacità di convolgere le persone e si stima in circa una cinquantina le persone o società che hanno “abboccato” al progetto, compresi nomi eccellenti anche vicini al Vaticano. Ora la vicenda è in mano alla procura di Busto Arsizio dopo che, una mattina, Barlocco è sparito dall’abitazione di Andrea Pano diretto a Malpensa: «Ufficialmente in viaggio d’affari a Bucarest dove doveva ritirare 900 mila euro in contanti – racconta Pano – ma siamo andati a prenderlo». E così hanno fatto, alcuni giorni fa, Andrea e Giampiero, i due bodyguard non più tali per Andrea Barlocco. Lo agguantano per la collottola e lo portano al posto di Polizia dell’aeroporto: «Adesso pagaci» – gli hanno intimato. Sarà ora la Procura a dover far luce sulla vicenda.

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Pubblicato il 11 Novembre 2010
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