Pro Patria e area delle Nord, battibecco Lattuada-Reguzzoni
In consiglio comunale l'intervento del consigliere-tifoso, che collega le due vicende della figura del patron Savino Tesoro: stizzita la reazione del vicesindaco e assessore all'urbanistica, sentitosi preso di mira
Numerosi i punti discussi nella seduta del consiglio comunale di giovedì 11 dicembre, priva di delibere all’ordine del giorno, si sono discussi vari punti rimasti in sospeso più o meno da lungo tempo. Oppure, al contrario, sviluppi recentissimi. È il caso della vicenda della Pro Patria, il cui patron Savino Tesoro ha annunciato al quotidiano "La Provincia" di volerla mettere in liquidazione, scatenando l’ira della tifoseria. La cosa non poteva non investire anche una sede come il consiglio comunale, sia pure tangenzialmente: l’eventuale finis Pro Patriae sarebbe un colpo anche politico, visto che Palazzo Gilardoni più volte è stato coinvolto nelle mediazioni che hanno portato ai passaggi di proprietà degli ultimi anni, nel tentativo inesausto di trovare chi davvero avesse intenzione di portare avanti la società biancoblu.
L’intervento in aula è partito dal consigliere Checco Lattuada (gruppo An per il PdL). «Problema non solo sportivo ma culturale, storico, identitario, quello della Pro Patria. Abbiamo una proprietà che ventila, minaccia, ricatta la città e accusa anche ingiustamente il nostro sindaco, il quale non ha affatto le responsabilità che gli si vogliono addossare». Fin qui la "parata" preventiva. Ma successivamente si arriva a una polemica, perchè Lattuada tira in ballo la questione dell’area delle Nord, di quegli interventi in prossimità del teatro Sociale e della stazione nord previsti nel piano Leoncini-Moretti e nel quale i Tesoro sono coinvolti. «La situazione è delicata per la Pro, come lo è per quell’area. Cosa abbiamo ottenuto? Che un isolato che già era decadente allora, oggi pare Dresda dopo il bombardamento del 1945… Sull’area delle Nord ero già contrario a quella variazione, sappiamo che era solo per spianare la strada ai signori Tesoro». Anche qui Lattuada si preoccuava però di escludere ogni responsabilità del sindaco. Ma ad offendersi e intervenire a questo punto era il vicesindaco Giampiero Reguzzoni: «Sia chiaro che io non ho mai spianato la strada a chicchessia, forse qualcun altro spianava la strada pesantemente a un certo soggetto ex presidente della Pro Patria poi chiamato a rispondere dalla Guardia di Finanza e dalla Procura» sibilava in risposta il responsabile dell’urbanistica. «E se "spiano la strada" a qualcuno, è solo a chi ha diritto e titolo agli interventi».
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