Parcheggi in centro, tariffe differenziate e più posti “regolamentati”

Contro il parcheggio selvaggio, la cura è a suon di parcometri e dischi orari: serve liberare spazi. Se ne è parlato in commissione presentando lo studio affidato a Siparking

In commissione bilancio e affari generali martedì i consiglieri presenti hanno avuto modo, dietro interrogazione di Mario Cislaghi (gruppo misto), di visionare lo studio per il piano relativo ai parcheggi del centro cittadino commissionato alla società Si Parking, da cui ha preso le mosse la relativa delibera. Ad illustrarlo, introdotto dall’assessore Luciano Lista, era per l’azienda incaricata l’ing. Maurizio Toscano. Obiettivo, levare quante più auto è possibile dalle strade per spingerle in parcheggi "regolati" (a pagamento, o a disco orario), con tariffe differenziate, più alte nel centro vero e proprio, più leggere via via verso la periferia, "incentivando" a non lasciare l’auto parcheggiata a lungo nelle aree più "richieste".

Si sono analizzati i flussi di traffico, l’offerta e domanda di sosta, evidenziando la carenza di posti in centro; si è distinta, anche con sondaggi, la sosta "mordi e fuggi" di molti frequentatori del centro, il bisogno "a lungo temrine" dei residenti e quello di chi lavora in centro. «La “foto” ottenuta è quella di una sosta prevalentemente su strada», che ha ridotto le sedi stradali e a ogni manovra di posteggio intasa in traffico. «Abbiamo puntato pertanto su spazi aperti, lontani dalle strade, a volte già usati ma non ancora regolamentati, come ad esempio a San Michele. La sosta è congestionata soprattutto in centro, nei rioni c’è una sorta di "autoregolamentazione" dei residenti». Sarà: non è solo in centro che si lotta ogni giorno per il posto auto, ma ovunque ci siano servizi e negozi.

Il tecnico ribadiva l’intento di «cercare di discriminare l’offerta in favore del maggior numero di utenze» e di «favorire la sosta fuori dalle strade». Anche perchè solo liberandone i lati sarebbe possibile creare un anello cilabile intorno al centro, ad esempio. Oltre ad aumentare il numero dei posti auto regolamentati (dagli attuali milleseicento circa se ne aggiungerebbero un altro migliaio), riducendo in tal modo gli spazi gratuiti non regolamentati, si andrebbero ad installare in vari punti intorno al centro indicatori a led con il numero, aggiornato in termpo reale, di posti liberi e disponibili nei parcheggi a pagamento.
In centro a Busto la regola riconosceva Toscano, è di girare a lungo in cerca di posteggi, possibilmente gratuiti. «E’ una barbarie lasciare bloccate le strade, anche se non è possibile con bacchetta magica far i parcheggi interrati dall’oggi al domani». Non è facile convincere che quando si mette a pagamento un’area la cosa corrisponda a un’interesse comune. E nemmeno è accettabile, riconosceva il tecnico, che i residenti in certe zone debbano scendere ogni ora e mezza a cabiare il disco orario o il biglietto del posteggio per mancanza di box: per loro si pensa a soluzioni adeguate nel senso della gratuità, in una misura sul 30% dei posti disponibili circa.

Non mancavano naturalmente segnalazioni e perplessità dei consiglieri presenti: Corrado segnalava i frequenti guasti della cassa automatica (pay station) del parcheggio Agesp di via Venzaghi, e richiamava l’opportunità di un servizio navetta da posteggi esterni nei fine settimane (una navetta in centro peraltro circola già). Enrico Salomi, per il PdL, faceva presente che di fronte ai posteggi a pagamento «la gente dice no: il posteggio di via Alberto da Giussano dopo il rinnovo rimane vuoto, anche i 97 posti riservati ad abbonamenti sono pieni solo per un terzo». Il tecnico replicava che i motivi erano vari: intorno al posteggio «c’è straofferta gratuita» (i bustocchi che intasano la zona sarebbero felici di sapere dove), e «sarebbe al servizio del viale Cadorna» ma il senso unico è in direzione contraria. La filosofia dei parcometri e dei dischi orari s’impone perchè «se non ho l’incentivo a farlo, perchè mai dovrei lasciare la strada per il parcheggio fuori strada?» Inutile farsi illusioni, però, che i bustocchi cambino ambitudini e si affezionino al trasporto pubblico, in assenza di un servizio di qualità e ritmi "milanesi" che qui risulta inconcepibile.

Pecchini, per il PD, ricordava che, Codice della Strada  alla mano, ai parcheggi a pagamento creati ne devono corrispondere altrettanti gratuiti, mentre «mi pare che il suo piano voglia costringeretutti a tirare fuori il portafogli». «Tassa o tariffa, è sempre sborsare» faceva eco Cornacchia dal centrodestra. Al che Toscano doveva rispiegare che "regolamentato" non significa necessariamente "a pagamento". Per il cittadino non fa alcuna differenza: anche un disco orario con ausiliario del traffico in agguato val bene un parcheggio a pagamento. «Il piano può funzionare se la tariffa è bassa» aggiungeva Cornaccha, «perchè se ci riduciamo a pagare, come me, 2,40 per un’ora e mezza, tutti continueranno a girare in cerca del posto gratuito…». Anche da qui l’idea contenuta nel piano, ed esposta dal’assessore Lista, di graduare le tariffe secondo la vicinanza al centro. Più parcheggi a pagamento, ma nel complesso meno costosi.
Quanto a problemi spiccioli di singole zone, si è fatto presente da parte del tecnico incaricato che in via Alberto da Giussano si è rinunciato all’autosilo e alla capacità da 600 posti, limitandola sui 350, perchè il calibro delle strade circostanti rendeva ingestibile un flusso da ora di punta in uscita; in largo Giardino invece, teatro di battaglie all’ultimo posto intorno a Procura e tribunale, è notizia dell’ultimo consiglio comunale che si andranno a togliere i posti auto al centro dello spiazzo, già oggetto di lamentele del consigliere Porfidio. Da non dimenticare, infine, la recente decisione circa la gratuità, almeno per un’ora, dei posti auto a pagamento (striscia blu) per le auto con apposito pass disabili, anche qui come proposto a suo tempo dal consigliere.

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Pubblicato il 17 Novembre 2010
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