“giovani sguardi sul territorio” con Sei quello che vedi

Il cortometraggio di Roberto Rizzante verrà proiettato venerdì 3 dicembre a Villa Pomini

In Villa Pomini prosegue con successo il ciclo di mostre del progetto "Giovani sguardi sul territorio", promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Castellanza. Questa settimana andrà in scena Roberto Rizzante, ma non con una mostra convenzionale nel senso classico del termine. Venerdì 3 dicembre protagonista sarà la proiezione del cortometraggio "Sei quello che vedi". L’appuntamento con l’artista e la proiezione è alle ore 21. Ingresso libero.

"Sei quello che vedi" con Loredana Butti, Umberto Ceriani, Louise Kissane, Toni Pandolfo, Alberto Schietti, Domenico Rigotti.
Scrittura: Roberto Rizzente
Assistente: Federico Mastellari
Fotografia: Lorenzo Monti
Riprese: Mauro Pibiri, Giuseppe Scutellà, Matteo Belcastro
Trucco: Evangelia Kopidou, Ilaria De Lucia, Martina Migliore, Irene Scalzi
Costumi: Evangelia Kopidou, Irene Scalzi
Musica: Salvatore Garau
Acquisizione: Ugo Pezzotta
Promozione: Evangelia Kopidou
Regia: Roberto Rizzente
Produzione Nu-De-Dos 2009-2010
Locations Primostudio-Ricerca e Produzione Teatrale, Teatro Puntozero, Galleria Wannabee
L’opera in galleria, "Pauline" (2009) è stata realizzata da Samantha Lina

Sei quello che leggi è il titolo dell’opera-scandalo di Guillermo Habacuc Vargas (San José, Costa Rica 1975), presentata alla Códice Gallery di Managua, Nicaragua, nell’agosto del 2007. Legando un cane randagio in una galleria, per poi lasciarlo morire di fame, con una scritta composta coi croccantini dell’animale e impressa a muro, "Eres Lo Quee Lees", egli presumeva di scuotere il pubblico dall’indifferenza con cui, quotidianamente, si assiste alla sofferenza dei tanti randagi in giro per le strade del mondo. Seppellito da milioni di firme on-line, nonostante le smentite (il cane sarebbe stato regolarmente nutrito e legato in galleria per sole 3 ore al giorno), il sedicente artista non venne invitato alla Biennale Centroamericana del 2008 ma sollevò un nuovo e più accanito dibattito intorno alla natura dell’arte contemporanea. Quali sono i limiti legittimi della sperimentazione artistica? Fin dove può arrivare la volontà di provocare, scotendo magari il finto perbenismo oggi in voga? Molte opere, negli ultimi anni, sembrano aver varcato il limite, dalle performances del Teatro delle Orge e dei Misteri di Hermann Nitsch, che il 4 giugno 1962 sventrò e dilaniò un agnello, agli autolesionismi di Vito Acconci e Gina Pane, fino ai cadaveri plastificati esposti da Gunther von Hagens e la lezione tra 10 cadaveri tenuta alla Triennale di Torino del 2005 da Araja Rasdjarmrearnsook. Legittime sperimentazioni che muovono da lontano, quando già Leonardo da Vinci indagava l’anatomia umana disseppellendo i corpi nei cimiteri o provocazioni di cattivo gusto, fini a sé stesse?

"Ai confini del giallo: teoria e analisi della narrativa gialla ed esogialla" è il titolo di un brillante saggio di Antonio Pietropaoli (Napoli, 1986). Giallo infinito è la nuova categoria che lo studioso utilizza per definire la narrativa gialla postmoderna, diversa da quella tradizionale per il connubio di diverse forme narrative, l’uso insistito delle digressioni (Umberto Eco) e il finale, spesso incompiuto o irrisolto (Carlo Emilio Gadda, Leonardo Sciascia). Elementi, questi, che rinnovano alla radice il meccanismo del giallo di analisi di Ellery Queen, Agata Christie, Conan Doyle, contestandone i presupposti razionalisti e moraleggianti per descrivere un mondo caotico e frantumato, dominato dal male e sconosciuto all’uomo, in cui tutti i tentativi di dirimerne le controversie sono destinati, inevitabilmente, allo scacco. Speculare, per certi versi, all’universo agnostico in cui è inserito e di cui è vittima, l’investigatore si spoglia allora delle vesti di eroe per calzare quelle, infinitamente più prosaiche, dell’uomo comune, minacciato da una vita interiore spesso travagliata e di un passato non sempre cristallino, incapace, per questo, di giungere agli estremi di una verità, sia pure parziale.

Movendo da queste suggestioni il cortometraggio mette a confronto le figure di due uomini, un artista visivo e un commissario. Per certi versi speculari – entrambi, a loro modo, sono chiamati a ricercare una verità: metafisica per l’artista, laica per il poliziotto – essi finiscono col cedere ai ricatti e alle pressioni del mondo esterno, tradendo la propria vocazione. Di volta in volta carnefici o vittime dell’universo malefico di cui pure sono la concausa, con il loro diniego, essi acconsentono agli interessi economici e alle aspettative del circolo di critici, artisti e collezionisti cui sono legati, fino all’inevitabile fine. Per interpretare i due personaggi sono stati chiamati Toni Pandolfo, volto noto del teatro e della pubblicità, e Domenico Rigotti, critico teatrale di Avvenire, qui nelle inedite vesti del commissario. Intorno a loro, si muove un mondo decadente e corrotto, rappresentato da Loredana Butti, regista e direttore artistico di Primostudio, l’esordiente Alberto Schietti, l’attrice inglese Louise Kissane e Umberto Ceriani, l’indimenticabile protagonista della Vita di Galileo e di tanti altri spettacoli strehleriani. La regia è di Roberto Rizzente, giornalista, qui al suo primo cortometraggio, coadiuvato dall’organizzatore teatrale Federico Mastellari, il fotografo Lorenzo Monti e la teatrologa Evangelia Kopidou. Sei quello che vedi è stato prodotto dall’associazione culturale Nu de Dos Arte.

Nu-de-Dos è un gruppo di ricerca artistica fondato nel 2010. Il nucleo della compagnia è composto dal giornalista Roberto Rizzente, l’educatrice Evangelia Kopidou e l’organizzatore Federico Mastellari, in collaborazione con il fotografo Lorenzo Monti. Attivo dal 2009 con la realizzazione dello spettacolo "Veglia / Ολονυχτία", presentato al Fringe Festival di Atene, nel 2010 conclude le riprese del cortometraggio di esordio, "Sei quello che vedi". Tra i progetti futuri, la videoinstallazione Zinelli, ispirata all’opera del pittore veronese Carlo Zinelli, tappa prima di un trittico sul connubio tra genio e follia, e il cortometraggio 5:8. Eterogeneo per esperienze e vocazioni dei suoi componenti, il gruppo indaga le dimensioni ludiche e più riposte del vivere comune con un linguaggio franto, polisemantico, dove preponderante è la valenza visiva, mai disgiunta dalle ragioni della parola, spesso radicata nel sogno, nella favola e nel mito.
Per info: Evangelia Kopidou, Tel. 334.88.78.641, nudedosarte@gmail.com

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 30 Novembre 2010
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.