Malpensa Express, l’ira dei pendolari

Da un lato il sindaco che cerca di rimediare e le rassicurazioni di Cattaneo, dall'altro chi protesta vedendosi privare del servizio in varie fasce orarie. Berteotti (PD): "Disobbedienza civile di fronte agli aumenti"

L’ira funesta dei pendolari bustocchi, privati di parecchie corse del Malpensa Express, è riecheggiata in varie lettere giunte in questi giorni a Varesenews. In molte di esse è citato e preso di mira il sindaco Gigi Farioli, che sta correndo ai ripari. A quanto si apprende da Palazzo Gilardoni il primo cittadino sta raccogliendo a sua volta le segnalazioni e le lamentele all’indirizzo di posta elettronica della web tv comunale (webtv@comune.bustoarsizio.va.it). Da domani sul sito dovrebbe essere presente una sorta di questionario informatico per inviare le segnalazioi. Farioli ha sentito in questi giorni i colleghi dei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno, interessati cone la loro stazione comune dalla perdita delle navette ferroviarie, rimpiazzate da bus (di cui a Busto si lamenta la non puntualità); e intende incontrare Regione e Ferrovie Nord per ridiscutere la situazione. Più i bustocchi faranno sentire il loro grido di dolore più, è il sottinteso, il sindaco potrà farle pesare. Naturalmente, a buoi ampiamente scappati dalla stalla: l’orario ormai quello è, anche se la "navetta" ferroviaria tra le due stazioni e Malpensa dovrebbe risorgere presto dalle sue ceneri, Cattaneo dixit. Uno spiraglio, però, c’é: in serata Farioli aggiunge che «un primo risultato si è raggiunto, e quattro treni dopo le 19 verranno restituiti». Probabilmente dalla prossima settimana, si vedrà.

L’ira dei pendolari trova eco anche in un loro portavoce "da consiglio comunale": Alessandro Berteotti. Il consigliere comunale del PD è un pendolare "cronico". E incavolato. «Un tradimento»: ecco come commenta gli ultimi sviluppi. «Sul Malpensa Express ci siamo visti dimezzare le corse, di fatto» riassume Berteotti. Una fregatura per chi aveva fatto l’abbonamento, di prima classe, al treno "dedicato" al collegamento punto a punto Milano-Malpensa. Un treno che solo con anni di lotte e pressioni si era riusciti a far fermare a Busto: città di ottantamila abitanti, evidentemente non importante abbastanza da entrare a far parte di un percorso immaginato come un metrò leggero tra Milano… e la sua colonia in terra varesotta. «Ci si gonfiava il petto a Palazzo Gilardoni per aver strappato le due fermate orarie: si sono fatti forti della spinta di un migliaio di pendolari, di noi che anche il sabato raccoglievamo le firme in via Milano, al freddo» si sfoga Berteotti avvelenato. «Busto è già defraudata di Malpensa come hub aeroportuale, ora anche del Malpensa Express sacrificato sull’altare del Frecciarossa e di altri progetti di dubbia resa». Per dieci anni, ricorda Berteotti, il "treno dedicato" in teoria riservato ai viaggiatori «è stato tenuto in piedi dai pendolari». Con le due fermate a Busto «c’era gente che da FS è passata ad FNM, dalla seconda classe alla prima, sobbarcandosi 25-30 euro in più al mese». Più il parcheggio a pagamento, s’intende. E ora? «Si sono tutelate le fasce di più intenso traffico, la mattina da Busto e il tardo pomeriggio da Milano, ma con i tagli sono rimaste scoperte tutte le fasce centrali: studenti, lavoratori part-time, e così via. Parliamo forse di un terzo di utti i viaggiatori delle Nord di Busto. In quegli orari, per tornare a Busto con il treno per cui hai fatto l’abbonamento, devi prenderne uno ordinario a Cadorna e cambiare a Bovisa… Oltretutto sbilanciando il baricentro di Cadorna in favore di Centrale, anche gli studenti della Cattolica, ad esempio, sono obbligati a prendere il metrò invece che andare a piedi». È solo un esempio.
All’orizzonte, gli aumenti previsti a gennaio, a seguito dei pesanti tagli da Roma alle Regioni. «Siamo stufi di essere presi per il fondoschiena: il Malpensa Express, alla fine, è un Taf come gli altri, solo colorato in modo diverso. Fa incavolare in modo in cui ragiona chi ci governa: la Regione ha fuso Trenitalia e Le Nord ottimizzando i costi di gestione, ma a scapito di chi viaggia. Poi l’assessorato dà sempre ragione ai pendolari, dice che interverrà: e le cose peggiorano. Invece servono impegni seri. Fin qui si è speso male: guardate il tunnel di Castellanza e quei 200 milioni e rotti» attacca Berteotti senza tema di criticare un’opera nata nel segno del centrosinistra sull’asse Roma-Castellanza e realizzata dal centrodestra di rito ambrosiano. «Lì dentro si viaggia ancora a binario unico in attesa che i lavori alla nuova stazione si concludano, e ci vorranno ancora almeno sei mesi», molto tempo dopo l’inaugurazione in pompa magna di gennaio scorso. «Di fronte a chi segue la politica delle prebende, è ora che i cittadini valutino i loro interessi. L’austerità chiediamola a chi ha speso male, in assenza di qualsiasi pianificazione o coordinamento territoriale sui temi della mobilità. Ora bisogna lottare, perchè ci vogliono prendere per sfinimento, ridotti a non andare più neanche a votare per la disperazione. Invece bisogna sfoderare denti e unghie: non escludo a gennaio qualche forma di disobbedienza civile».

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Pubblicato il 20 Dicembre 2010
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