I nomadi musicisti che vivono al freddo
Sono gli ultimi rimasti in via Boscaccio: il problema rimpallato tra Busto e Cassano non trova vie d'uscita e la situazione di salute dei minori diventa precaria
Sono in dodici, sette adulti e cinque minorenni, nel sangue scorre sangue serbo e la musica balcanica, quella di Goran Bregovic per intenderci, ma loro non hanno residenza né a Cassano Magnago, dove vivono, né a Busto Arsizio dove risultano residenti in via Campo 1 (che a sua volta non risulta come via, almeno con quel nome). Sono nomadi, certo, ma vivono stabilmente in provincia di Varese da 20 anni circa, da 15 su un terreno privato in via Boscaccio a Cassano Magnago. Questa è la difficile descrizione che prova a fare Roberto Sartori di Exodus Gallarate della famiglia Lazic, che il 25 dicembre ha partecipato al pranzo di Natale della comunità.
Per loro Sartori cerca una sistemazione e si appella al sindaco di Busto Arsizio perchè trovi una sistemazione dignitosa per loro: «Prima vivevano insieme ad una comunità serba in via Boscaccio e c’era anche qualche bosniaco poi, piano piano, molti hanno trovato una casa popolare o un’abitazione privata, altri sono tornati in Serbia ma la famiglia Lazic è sempre rimasta lì, in via Boscaccio». Solo che adesso il capofamiglia è stato operato al cuore e i rigori dell’inverno stanno mettendo a dura prova lo stato di salute dei più anziani e dei più piccoli: «Sono un nucleo molto dignitoso ma vivono ai limiti dell’umano – spiega Sartori – ho provato a interessare il sindaco di Cassano Magnago Morniroli che, però, ha scaricato il problema su Busto, dove risulterebbero residenti. Chiedo al sindaco di non ignorare l’appello che stiamo facendo».
Il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli conosce la situazioni a grandi linee e ribadisce che la sua amministrazione non si è mai risparmiata di fronte a chi ha bisogno: «Basti vedere il grande impegno che abbiamo messo in campo per i clochard, proprio martedì andrò di persona al pranzo organizzato dalla Croce Rossa per ringraziare i tanti volontari delle associazioni come Cri e Ali d’Aquila ma anche gli Alpini che si prodigano per dare una mano concreta a queste persone». Per quanto riguarda la famiglia Lazic risponde: «Non credo che sia provabile la loro residenza a Busto Arsizio ma mi interesserò personalmente e contatterò il sindaco di Cassano Magnago per trovare insieme una soluzione alla loro situazione».
Intanto al campo di via Boscaccio il tempo stringe, il sindaco ha fatto demolire le altre baracche abbandonate dai nomadi e il proprietario, che fino ad oggi ha lasciato vivere sul suo terreno la famiglia Lazic, vorrebbe liberare definitivamente l’area e gli atti di intolleranza cominciano a diventare frequenti: «Già due volte sono andati a lanciargli bottiglie e pietre» – conclude Sartori. Il tempo stringe e il freddo si fa pungente mentre ci sono anche dei bambini ai quali è negato ogni diritto fondamentale solo perchè non si sa bene dove risedono i Lazic.
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