Novelli: «Così la Pro Patria non arriva a fine gennaio»

Conferenza stampa dell'allenatore dei tigrotti dopo l'incontro col nuovo proprietario: «Non ci è stata data nessuna garanzia, ci hanno detto che potevamo svincolarci anche tutti»

E’ stata una conferenza stampa fiume quella convocata in tutta fretta oggi, giovedì, da Raffaele Novelli, il mister della Pro Patria, dopo l’incontro avuto ieri con il nuovo proprietariod ella società Massimo Pattoni: «Stiamo vivendo una situazione insostenibile sotto tutti gli aspetti ma non per nostra mancanza di volontà – ha detto il mister – noi domenica daremo l’anima con il Casale ma ci sono fattori che ti rendono impossibile la vita. Siamo stanchi di tante chiacchiere e delle tante bugie raccontate dalla proprietà precedente e da quella nuova. Oggi altri due giocatori sono stati sfrattati e si sta cercando una soluzione per farli dormire da qualche parte».

Questa è la realtà che racconta Novelli, quella che vive tutti i giorni da settembre: «Per me la nuova proprietà è chi ci mette il danaro – ha proseguito – il resto sono chiacchiere. Non ci è stata data nessuna forma di garanzia, un progetto inesistente che come unico punto aveva "chi vuole lo svincolo firmiamo anche subito”. Qui serve rispetto per noi e prima di tutto per la società e per la città. Noi andiamo avanti perchè il calcio a Busto non è solo nostro». Novelli riporta la richiesta fatta a Pattoni per sedersi a discutere e la risposta che avrebbe ricevuto: «Il limite che abbiamo dato è semplice: fare un gesto pagando una mensilità al più tardi lunedì. I soldi per pagarsi l’appartamento, l’assicurazione dell’auto – ha detto Novelli – chi non ha i soldi nemmeno per fare questo non è serio».

Il mister non le ha mandate certo a dire e ha voluto sottolineare, dopo un primo annuncio qualche giorno fa, che l’intenzione è quella di tutelarsi legalmente: «Agiremo sia sul profilo civile che penale – ha detto subito dopo Novelli – ci tuteleremo in tutte le sedi contro chi ci ha truffato, perchè qui si parla di truffa da parte di chi ha evitato di mantenere i suoi impegni mandandoci qui una persona come quella che è venuta ieri».

L’appello di Novelli è alla città, alla politica e soprattutto agli imprenditori di Busto che vogliono mantenere viva la storia calcistica della città: «Chi ci tiene alla Pro Patria deve intervenire – ha detto Novelli – chiedo personalmente di reagire. In questo silenzio la Pro Patria non arriverà nemmeno a fine gennaio. Credo che bisogna avere rispetto per la gente che viene allo stadio per una fede e una passione e per questo chi ha la forza di continuare questa tradizione deve intervenire perchè noi da soli non ce la facciamo più». Il messaggio è chiaro: si gioca domenica e poi non si sa, tutti sono liberi di fare quello che meglio credono, anche andarsene e quando se non ora con il mercato di gennaio aperto.

«Quando si hanno delle difficoltà si può arrivare a commettere qualsiasi cosa e nonostante questo noi stiamo mantenendo un equilibrio e ogni azione che prenderemo in considerazione non sarà contro il calcio a Busto, contro i tifosi – ha voluto precisare più volte Novelli – Gli organi di controllo, intendo la Guardia di Finanza e la magistratura, possono tranquillamente agire perchè quello che sta succedendo non può passare inosservato. Qua arrivano dei proprietari che non sanno nemmeno il nome e il cognome dell’allenatore. L’unica cosa che hanno detto è che loro sono pronti a firmare le scissioni dei contratti a tutti. A noi non interessa se sono stati presi in giro perchè si vado a comprare una macchina di solito mi informo sul prezzo e poi posso fare tre cose: acquisto e parto, acquisto e faccio un finanziamento oppure truffo».

L’allenatore ha ribadito più volte anche i dubbi su Massimo Pattoni sono tanti: «Se c’è un passaggio di quote si deve anche sapere chi le prende, chi c’è dietro perchè se le si dà al primo che passa per strada la Pro Patria è morta. Il calcio a Busto è quasi finito. Quello che sta succedendo qua a Busto è già successo da altre parti. Qui non c’è più un euro per continuare a far qualcosa

Poche le domande dei giornalisti presenti, allibiti di fronte ad una situazione che lascia, effettivamente, senza parole: «Mettendoci quella maglia addosso noi ci prendiamo sulle spalle una tradizione, una cultura che è della città – ha detto Novelli – chi vuole bene a questa squadra deve agire. Il piccolo aiuto arrivato dal comune non basta più. Le cinque-sei cene fatte dal sindaco con la proprietà non hanno portato nulla e non per colpa del primo cittadino ma è chiaro che non hanno risolto la situazione»

L’ultima stoccata è per la famiglia Tesoro che Novelli cerca di non nominare mai: «Il comune ha pagato gli steward, le fatture del ristorante, un paio di ritiri, le bollette per ripristinare la corrente e le linee telefoniche ma più di questo non hanno potuto fare ma chi ha stipulato i contratti con noi è stata quella persona là – ha detto il mister – non può passarla liscia una persona così. Non agiremo violentemente, nessuno deve farlo perchè questa è una città che ha orgoglio, cultura ed educazione. Chi è venuto qua a promettere e prendere impegni non aveva nulla di tutto questo, volevano solo farsi un’immagine con un giocattolino che poi hanno voluto buttare via»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Gennaio 2011
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