Il carabiniere che tradiva ammette le sue responsabilità

Primo interrogatorio di garanzia davanti al Gip Nicoletta Guerrero per il militare dell'Arma accusato dalla procura di aver favorito i giri di spaccio nei boschi in cambio di denaro

Primo interrogatorio di garanzia, davanti al giudice per le indagini preliminari Nicoletta Guerrero, per il carabiniere della compagnia di Busto Arsizio arrestato lunedì mattina all’interno della stessa caserma dove operava in piazza XXV Aprile (foto a sin.), dai suoi stessi colleghi. L’accusa mossa dalla Procura è quella di concorso in spaccio di sostanze stupefacenti.

Davanti al gip l’ormai ex-militare dell’Arma ha ammesso le sue responsabilità nel favorire l’attività di spaccio di alcuni gruppi di stranieri che operano nei boschi attorno a Busto Arsizio. L’uomo, che è scoppiato in lacrime più volte durante l’interrogatorio, ha raccontato come tutto è iniziato. Secondo le sue dichiarazioni inizialmente il suo obiettivo era quello di carpire informazioni dagli spacciatori acquisendo la loro fiducia poi uno di loro gli ha offerto dei soldi e lui ha fatto il grave errore di accettarli. Da quel momento è iniziato il circolo vizioso dal quale non è più uscito fino al momento dell’arresto.

Secondo le sue parole il periodo in cui avrebbe accettato soldi in cambio di informazioni è inferiore a quello indicato inizialmente dalla Procura, circa 6 o 7 mesi invece che due anni, e per cifre inferiori rispetto a quelle ipotizzate dagli investigatori (dai 500 ai 2000 euro mensili, invece che 8 mila). L’avvocato difensore del carabiniere Francesca Cramis ridimensiona il fatto: «Non percepiva 8 mila euro al mese, l’errore sarebbe dovuto al fatto che la fidanzata di uno degli spacciatori avrebbe dichiarato che il carabiniere incassava 2000 euro alla settimana. Questo non è vero».

Al giudice che l’ha interrogato è apparso un uomo pienamente consapevole della gravità delle accuse che gli vengono rivolte e ha più volte chiesto scusa ai suoi ex-colleghi per i pericoli ai quali li ha esposti e dei quali erano del tutto ignari.

Intanto emergono nuovi particolari dall’inchiesta che ha portato al suo arresto. L’indagine, infatti, sarebbe partita dal lavoro investigativo che stava portando avanti il commissariato di Gallarate su un grosso giro di spaccio che coinvolgeva diversi comuni da Gallarate fino a Lonate Pozzolo e  Magnago. La voce del carabiniere è stata intercettata nelle varie conversazioni tra spacciatori e così si è arrivati a scoprire il suo ruolo nella vicenda. Proprio oggi, infatti, lo stesso commissariato di Gallarate ha comunicato una serie di arresti di spacciatori, in tutto 7.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Febbraio 2011
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