I deliri di Ganoui: “Volevo scappare dall’influenza suina”

Davanti al gip l'uomo che lunedì ha scatenato il panico a Malpensa si sarebbe detto "pentito": voleva attrare l'attenzione, le motivazioni restano poco chiare. Per l'avvocato d'ufficio "va ricoverato"

«Ganoui non è un terrorista». Lo dice il legale del 42enne tunisino residente a Ceriano Laghetto, l’uomo che lunedì mattina con la sua irruzione a Malpensa aveva fatto temere il peggio. Si è tenuto stamane, mercoledì 23 febbraio, in carcere a Busto Arsizio dinanzi al gip Nicoletta Guerrero l’interrogatorio di convalida dell’arresto. L’uomo aveva sfondato con l’auto uno dei "gate" d’ingresso, il 14, scagliandosi quindi contro il personale di sicurezza, e anche lanciando un coltello. Un colpo d’arma da fuoco lo ha ferito in modo lieve ad un piede. Stamane Ganoui, assistito dal legale nominato d’ufficio, avvocato Carlo Alberto Cova, non si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha parlato. Ha ricostruito il fatto, nella sua evidenza, in modo quasi coerente; meno coerenti le motivazioni che starebbero dietro al gesto. Ha dichiarato che ha sfondato la porta dell’aeroporto per scappare dall’influenza suina, tra le altre cose
 
«Una persona con grossi problemi di equilibrio mentale», ricostruisce l’avvocato, che solo oggi ha potuto vedere il suo assistito, accusato di furto, danneggiamento, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, tentato omicidio e porto abusivo dell’arma (un coltello con 16 cm di lama). «Non è un terrorista, e nemmeno un criminale, va aiutato. Le motivazioni di quanto ha fatto non emergono, o perlomeno sono generiche, e in qualche modo sintomatiche. Dice tra l’altro che voleva attrarre l’attenzione»; emerge anche che voleva andarsene dall’Italia. L’obiettivo era proprio quello, la moglie era d’accordo di andarsene, sostiene Ganoui. Il tunisino avrebbe detto al gip che a Malpensa ha fatto quanto si era proposto, cioè sfondare il vetro con l’auto e che non voleva far del male a moglie e figli. La moglie, stando a quanto trapela, non sarebbe stata a conoscenza delle intenzioni del marito: forse non sapeva neppure che l’uomo non aveva con sé i biglietti per l Tunisia come sembra le avesse raccontato. Con la consorte, convertita all’Islam, è sposato dal 2003: avrebbe ammesso di averla picchiata a volte. Al gip ha raccontato anche della vita della famiglia, tra insulti, prese in giro e raggiri economici subiti.
 
Gli è stato mostrato il video in cui per un minuto, correndo, sparge il terrore nel terminal brandendo il coltello, contro agenti di polizia e viaggiatori, e gridando "Dio è il più grande" ("Allah akbar"). Ganoui ha detto che lo ha puntato per difendere la sua famiglia, mentre anche i bambini urlavano. L’uomo ha anche detto che ha lanciato il coltello solo quando ha capito di aver finito la propria corsa. Il tunisino ha detto anche di voler scappare perché qualcuno voleva far morire lui e la famiglia di influenza suina, tant’è che sul proprio profilo di Facebook ha messo la foto di un bambino morto a causa del virus. Nei suoi deliri ha detto di aver bruciato il computer perché è contro Dio. Il Suv col quale ha sfondato lo ha rubato dopo essere andato a piedi fin quasi a Castellanza: le chiavi erano inserite nel cruscotto e il proprietario ha vanamente tentato l’inseguimento. Insisteva che c’è qualcuno che lo vuole ammazzare.
 
Al vaglio del traduttore nominato dal pm Pirro Balatto i bigliettini trovati nella casa dell’uomo. Anche da quelli sembra emergere una notevole confusione mentale. «Alla fine si è detto comunque dispiaciuto di quanto ha fatto, ribadendo il suo affetto per la moglie e i tre figli», riferisce l’avvocato Cova. La sua famiglia è ora in una comunità protetta. Il legale ha chiesto che Ganoui non sia trattenuto in carcere, ma ricoverato in ospedale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Febbraio 2011
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