Omicidio Castiglioni, il superperito non chiarisce i dubbi

Restano inevase le domande chiave del processo a carico del figlio Stefano, accusato di averlo ucciso a botte: l'ora della morte e la compatibilità delle lesioni con un pestaggio

Nemmeno il superperito nominato dal tribunale di Busto Arsizio è riuscito a dare risposte certe e definitive sulla morte di Paolo Castiglioniper la quale è a processo il figlio Stefano (foto a sin.) con l’accusa di omicidio volontario. Nella nuova udienza del processo che lo vede imputato è stato il turno del professor Andrea Gentilomo, incaricato dal tribunale di effettuare una perizia al di sopra delle parti, che ha risposto ai vari dubbi rimasti senza risposta certa dall’analisi della perizia dell’accusa, effettuata dalla dottoressa Pennuto, e alla controanalisi della difesa con la relazione del dottor Esposito.

I dubbi da sciogliere intorno alla morte di Paolo Castiglioni sono l’ora della morte, le cause del decesso e la natura delle lesioni. Sull’ora della morte il professore ha sottolineato la mancanza di alcuni accertamenti importanti che si sarebbero dovuti effettuare nel momento della scoperta del cadavere, ritrovato attorno alle 14 del 17 maggio 2009 nella sua abitazione di via Montegrappa a Sacconago. Su di esso non è stata rilevata la temepartura corporea, quella ambientale e non è stato accertato lo stato d’avanzamento del rigor mortis. Senza questi elementi, come già sottolineato sia dalla Pennuto che da Esposito, si è dovuto procedere a stabilire l’ora dalle ipostasi (gli accumuli di sangue nel punto più basso del corpo): «Dagli elementi in mio possesso si può stabilire l’ora della morte tra le dieci e le dodici ore prima dell’esame autoptico avvenuto alle 17 del 17 maggio. Il margine di errore resta comunque enorme».

Sulle cause della morte il perito concentra la sua attenzione sull’emorragia sottodurale: «Tra le tante lesioni alla testa, al torace e all’addome propenderei per quelle al capo come causa della morte, in particolare l’emorragia presente tra il cervello e il cervelletto, un accumulo di sangue che potrebbe aver aumentato il volume nella scatola cranica determinando una pressione sul cervello, seguito da un edema e, dunque, l’ipossia». Sulla natura delle lesioni, infine, l’analisi del medico legale è più vaga: «Le ecchimosi sul volto del castiglioni non danno certezza – ha detto Gentilomo – potrebbero essere state causate da una caduta a faccia in giù come da un pugno. La stessa emorragia cerebrale potrebbe essere stata causata da uno o dall’altro evento traumatico che ha fatto muovere il cervello all’interno della scatola cranica». Le lesioni al torace, secondo Gentilomo, non possono essere la causa della morte, in contraddizione con la perizia della dottoressa Pennuto: «Le 8 coste fratturate, infatti, sono rimaste nella loro posizione e non avrebbero modificato la capacità respiratoria del Castiglioni – ha detto Gentilomo – mentre sulla loro natura non è detto che siano state provocate unicamente da percosse. Potrebbero essere state conseguenza di una caduta». Sulla maglietta strappata e sull’impronta di scarpa rimasta impressa il perito ha ritenuto di soprassedere.

Nemmeno le domande del pubblico ministero Sabrina Ditaranto hanno smosso le conslusioni del dottor Gentilomo che, seppur non del tutto, hanno spostato l’ago della bilancia sulle tesi della difesa di Stefano Castiglioni ma la replica della dottoressa Pennuto, al termine dell’audizione di Gentilomo, hanno chiuso la fase istruttoria del processo che si avvia alle conclusioni finali: «La maglietta strappata, trovata indosso a Paolo Castiglioni, non è stata toccata dall’analisi del dottor Gentilomo – ha concluso la Pennuto – mentre sulle costole rotte è difficile non far rilevare che quelle fratture multiple avrebbero provocato un malfunzionamento dell’effetto mantice che ha la cassa toracica, creando un’insufficienza respiratoria evidente. Tutti test ortopedici sono d’accordo nel definire acutissimo il dolore che si sentirebbe in una situazione come quella in cui versava il signor Castiglioni al momento della morte».

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Pubblicato il 07 Marzo 2011
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