Operazione Romanzo Criminale, presa banda di giovanissimi spacciatori

Diciotto gli indagati, di cui undici sono in carcere: nove di questi arrestati martedì dopo due anni di attente indagini. Tutte fra i 17 e i 21 anni e incensurate le persone coinvolte

Diciotto indagati, di cui undici in carcere. Tutti ragazzi (e una ragazza) fra i 17 e i 21 anni, tutti incensurati, studenti o operai, di famiglie normali, senza background di devianza, quasi tutti italiani. È il bilancio dell’operazione "Romanzo criminale", scattata all’alba di martedì 8 marzo e condotta dai carabinieri della compagnia di Gallarate al comando del capitano Michele La Stella. Sette le ordinanze di custodia cautelare eseguite, altri due arresti sono avvenuti in flagranza di reato, essendo stata trovata droga presso gli indagati; infine altre due persone coinvolte erano già state arrestate in precedenza. Sette gli indagati a piede libero.
Stroncato un grosso giro di spaccio di droga – hashish per lo più, qualche quantitativo di marijuana, ma anche cocaina in quantità non trascurabili. Ogni settimana potevano "girare" tre-quattro chili di hashih e un centinaio di grammi di coca. Teatro delle operazioni del gruppo di insospettabili era il Gallaratese, un’area che dalla città principale copriva Cardano al Campo e Somma Lombardo fino all’alto Novarese (anche a Varallo Pombia si sono avute perquisizioni e attività). Data la delicatezza del caso che coinvolge anche minori, o persone comunque da poco giunte alla maggiore età, i carabinieri hanno preferito non divulgare particolare su nominativi o foto degli arrestati. I quali, fra l’altro, si davano l’un l’altro soprannomi legati al film "Romanzo criminale" che descrive la "leggenda nera" della Banda della Magliana: da qui il nome dato all’operazione, presentata stamane alla stama locale presso la Procura della Repubblica di Busto Arsizio, presenti oltre al capitano Michele La Stella il comandante provinciale dell’arma, colonnello Vincenzo De Marco, e il procuratore Francesco Dettori.

Alla base dell’indagine, durata circa due anni, ha spiegato il procuratore, «c’era una consistente attività di consumo di droga in una certa area di Cardano al Campo, notata dai militari». Lo spaccio in realtà avveniva un po’ ovunque, in parcheggi, parchi, quasi sempre per strada. Sentiti gli acquirenti, si sono individuate le persone più importanti del “giro”, di cui si è approfondita la dinamica con intercettazioni telefoniche e con un minuzioso lavoro di osservazione e pedinamento dei componenti della gang.
Questa era capeggiata da due fratelli di Gallarate, di 21 e 19 anni, con il maggiore in posizione di comando: era quello che per primo acquistava la "roba" da rivendere poi, anche attraverso il fratello, ad altri giovani spacciatori. Giovanissimi anche i consumatori delle sostanze stupefacenti, che andavano in genere dai 16 ai 22 anni.

Operazione interessantissima sul piano investigativo, ha rilevato il procuratore, anche per la cura posta nel trovare riscontri. Non ingenti i cinque-sei sequestri di stupefacenti effettuati, ma «il contesto era piuttosto difficile». Il ragazzo a capo dell’attività «era molto prudente e usava un linguaggio che andava decrittato e compreso», un codice che spesso faceva riferimento a parti di moto, oppure mascherava l’hashish dietro la parola "burro". Non solo: l’astuto giovane a volte dava veri e propri "bidoni" per via telefonica, o cambiava luogo e orario degli appuntamenti all’ultimissimo momento, per controllare se qualcuno stesse seguendo l’attività della banda. «C’è voluto tempo, pazienza, impegno», anche dissimulazione, per far apparire gli interventi di sequestro casuali. Un anno e mezzo-due di lavoro, e ci si è trovati con una messe di strumenti probatori, ben 57 i capi d’accusa che gravano sugli indagati. I quali non andavano per il sottile: in un caso di mancati pagamenti per 700 euro era scattata una "spedizione punitiva" da parte dei capi che aveva mandato un giovane all’ospedale con la mandibola rotta e quaranta giorni di prognosi.

«Inquietante» il retroterra familiare che solo ora si sta cominciando ad approfondire, nel senso che di questi giovani nessuno apparirebbe legato a famiglie già note per attività criminali. Gente normale, madri e padri che tuttavia non si sono mai chiesti il significato di certi pacchetti o bilancini che giravano per casa, «o perchè il figlio avesse una forte disponibilità di contante». Famiglie che non si rendevano conto, o facevano finta di non vedere. «L’operazione è stata condotta a felice conclusione dal punto di vista legale, ma da quello umano, dispiace: parliamo sempre di ragazzi molto giovani» ha detto il procuratore.

Il colonnello De Marco ha insistito sul fatto che la giovane età degli arrestati non impediva loro di avere una forte organizzazione, e al di là dell’aspetto folcloristico dei riferimenti a "Romanzo criminale", di usare «uno slang accurato per non farsi capire se intercettati».  Il capitano La Stella ha descritto i due fratelli a capo della banda come «molto cinici e freddi», e tutti gli arrestati come molto attenti a come si muovevano e parlavano. Il "codice" andava interpretato, e fondamentale è stato il lavoro sul campo di pedinamento, osservazione, raccolta di riscontri obiettivi. Con qualche aneddoto divertente: in un caso il capo della gang aveva ordinato via telefono un sapone. Si poteva presumere che fosse una quantità di stupefacente, visto che sempre via cellulare aveva promesso di consegnare un chilo di hashish a un acquirente purchè questi pagasse tutti i debiti pregressi. Alla verifica dei carabinieri è risultato un vero e proprio "pacco" alla napoletana: quello consegnato al malcapitao, che aveva pagato tutto, era sapone per davvero.

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Pubblicato il 09 Marzo 2011
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