Tripudio di pubblico per Rambaldi, Muti, Monicelli & Co.

Il Busto Arsizio Film Festival parte alla grande con la presentazione della mostra dedicata a Carlo rambaldi, padre di ET: parata di politici e star del cinema in una sala affollatissima

«Sapete quando si ha un’idea in testa e non si è soddisfatti di come la si sta realizzando? Ci si sta male, si arriva all’insonnia. Poi, di colpo, attraverso il lavoro concreto, ecco che arriva l’illuminazione, il dettaglio che mancava e che completa l’opera». Si è presentato così al pubblico del Busto Arsizio Film Festival Carlo Rambaldi (nella foto con Ornella Muti), gloria del cinema italiano e internazionale con i suoi tre Oscar vinti (per Alien, E.T. l’extraterrestre e Dune).

Il Baff ha voluto aprire i battenti dedicando a questo grande e immaginifico artista una mostra presso il Museo Fondazione Bandera intitolata "Atmosfere spaziali"  e che, accanto al "personaggio" E.T. (foto), permette di conoscere il Rambaldi pittore e bozzettista. Sì, perchè, come ricordato dalla direttrice della Fondazione Bandera Marina Pizziolo, Rambaldi ha una formazione d’accademia; è quindi artista "a tutto tondo" fin dalla gioventù, quando si cimentava in opere già visionarie e proiettate verso il futuro. Ed è proprio da una di queste, un ritratto in stile cubista di un gruppo di lavandaie al lavoro, che a distanza di oltre vent’anni prese ispirazione per la struttura somatica di E.T. (collo lungo, gambe ripiegate e quasi inesistenti), personaggio generato «per suscitare un’emozione di simpatia», «un ritratto dell’innocenza» secondo il suo creatore.

Accanto a Rambaldi sul palco e in sala non mancavano altre due celebrità del nostro cinema come Ornella Muti, sempre bellissima, e il grande Mario Monicelli (nella foto, seduto all’angolo), regista che ha reso onore come pochi al cinema italiano e al quale i presenti hanno tributato una vera standing ovation. E tra il pubblico, numerosissimi i politici locali e non, travolti da improvvisa passione per il cinema (o per la Muti?, ndr).

Ad introdure gli ospiti e i temi forti di questa terza edizione del Baff sono stati l’assessore alla Cultura del Comune di Busto Arsizio, Alberto Armiraglio, il Sindaco Luigi Rosa, Gabriele Tosi, organizzatore e "mente" del Baff, il direttore artistico del Festival Vittorio Giacci e agli assessori Giovanni Battista Gallazzi per la provincia di Varese ed Ettore Albertoni per la Regione. Tutti soddisfatti per l’occasione che questa terza edizione del Baff rappresenta; e per quanto il clima di festa sia stato molto attenuato dal dolore per l’agonia del Papa, non si è mancato di mettere in luce qualche punto importante.

«Il Festival è uno scatto d’orgoglio per Busto Arsizio» ha detto il primo cittadino; «anzi, è molto di più» gli ha ribattuto Albertoni, «è una testimonianza che fa scuola, un’azione innovatrice e anche tecnicamente all’avanguardia». Sì, perchè accanto al Festival a Busto sono sempre attive la Busto Arsizio Film Commission e l’Associazione Amici del Baff che sono, nelle parole di Gabriele Tosi, i pilastri di questa manifestazione. Si annuncia un Festival importante che quest’anno proporrà soltanto anteprime assolute ed omaggi ai grandi artisti invitati (Rambaldi, Monicelli, Dario Argento, ma anche Francis Ford Coppola), nel tentativo di ridare ossigeno ad un’industria cinematografica italiana sempre più asfittica, come hanno ricordato con toni accorati tanto la Giacci che la Muti (il cui discorso è stato più breve dell’applauso che ne è seguito, ndr). «Il cinema è un’arte industriale, come dice Mario Monicelli» ha affermato Giacci: «e il Baff vuole creare una struttura industriale a sostegno della cultura cinematografica, perchè l’industria italiana del cinema è piccola, ma il cinema italiano è grande».

Galleria fotografica

Marina Pizziolo, Carlo Rambaldi e il Sindaco Luigi Rosa

La divissima

Il pubblico del PalaBandera

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Pubblicato il 02 Aprile 2005
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