Il Papa risponde in tv: “L’anima di Francesco è con lui”

Alla Fondazione Raimondi parenti e amici di Francesco Grillo hanno assistito in diretta alla trasmissione “A sua immagine”. La madre: «Era la risposta che aspettavo»

gorla famiglia francesco papa in diretta tvMamma Maria abbraccia il suo Francesco e si lascia sfuggire qualche lacrima: la risposta
tanto attesa
è finalmente arrivata. Tra le migliaia di domande giunte alla redazione della
trasmissione “A sua immagine”, il Papa ha scelto proprio la sua, e per la prima volta nella storia ha parlato in diretta televisiva, nel giorno del Venerdì Santo, rispondendo alla sentita e profonda questione posta dalla donna di Busto Arsizio: “Dove si trova l’anima di mio figlio?”. In coma vegetativo da due anni in seguito a un blocco della digestione, Francesco Grillo, già sofferente di sclerosi multipla, è ricoverato a Gorla Minore presso l’ospedale della Fondazione Raimondi, dove una piccola folla si è radunata per assistere alla trasmissione di Rai Uno: c’erano parenti, amici, altri degenti della clinica, ma anche giornalisti, telecamere e il sindaco Gigi Farioli. La domanda di Maria è stata la seconda a cui ha risposto il Pontefice (e l’unica, tra le sette, proveniente dall’Italia); il fatto che il testo della risposta fosse già noto ha tolto ben poco alla solennità del momento.
«Certamente l’anima di Francesco è ancora presente – ha detto Benedetto XVI – ma il suo corpo si può paragonare a una chitarra le cui corde siano state spezzate: la fragilità dello strumento impedisce all’anima di suonare. Sono però sicuro che può sentire il vostro amore, anche se non comprende i dettagli; per questo la vostra presenza al suo fianco è un atto d’amore di grande valore, una testimonianza di fede e impegno per la vita umana, anche nelle situazioni più tristi». Palpabile la commozione dei familiari, stretti intorno al giovane in sedia a rotelle:

«Certo, mi aspettavo questa risposta – commenta la madre – cosa avrebbe potuto dirmi di diverso il Papa? Però avevo bisogno di sentire le sue parole, mi servivano la sua conferma e il suo conforto. Forse avrei voluto che aggiungesse ancora qualcosa: continuo a domandarmi cosa fa la sua anima in questo momento, qual è il suo modo di essere quando non può comunicare con l’esterno. Per ora, comunque, mi accontento di quello che il Santo Padre ha detto: ora so con certezza che la sua anima è qua con lui, e quando saremo insieme nell’Aldilà avremo tanto di cui parlare». Emozionato e felice anche il padre Graziano: «Durante la trasmissione – spiega – Francesco aveva gli occhi sbarrati e rivolti allo schermo, non li ha chiusi nemmeno per un secondo. Sembrava davvero che capisse quello che stava succedendo. Il futuro? Io sono fiducioso, di lacrime da buttar fuori non ne ho più e non voglio sprecarle al vento, cerco di tenere duro per trasmettere forza a lui. Non ho mai chiesto un miracolo, sarebbe egoistico nei confronti di tutte le altre persone che soffrono; però vorrei che lo Stato non ci abbandonasse, e i tagli alla sanità e alle amministrazioni locali sono un brutto colpo per la nostra vita».

Presenti a Gorla anche i membri dell’associazione Assieme a Francesco, nata 5 anni fa in
collegamento con l’AISM proprio per iniziativa del giovane bustocco: oggi sopravvive
autonomamente e comprende una quarantina di volontari che assistono altrettanti portatori
di sclerosi multipla, soprattutto sul piano dell’intrattenimento e del tempo libero. “Francesco era
davvero un gran rompiscatole – sorride Biagio Innecco – e insisteva continuamente per poter uscire dall’isolamento ed essere accompagnato ovunque. Era una persona che amava farsi notare,
manifestare la sua voglia di vivere. Credo che ancora oggi i nostri messaggi gli arrivino, anche se
in maniera rallentata: quando gli faccio qualche domanda ha il suo modo di dire di sì, chiudendo gli occhi rapidamente». Anche la sorella Katiuscia, anche lei sempre presente al fianco di Francesco, è felice dell’attenzione che in questi giorni il suo caso ha attirato: «Spero che questa vicenda faccia da monito in positivo, opposto a quello che è accaduto con la famiglia Englaro. È la dimostrazione che una persona resta tale anche se non è cosciente, e il dono più bello che si possa fare a un malato è continuare a stargli vicino. Per noi è una gioia poter vivere tutti i giorni accanto a Francesco, non una sofferenza».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Aprile 2011
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