Ancora schiuma nell’Olona, da almeno tre settimane
Tutto il tratto che va da Fagnano Olona a Castellanza invaso da una sostanza schiumosa bianca. Un lettore lamenta la mancanza di risposte da parte di Arpa e chiede maggiore partecipazione dei cittadini
Ormai è una domanda retorica: chi ha inquinato il fiume Olona? La risposta sembra sempre essere la stessa: qualche azienda che scarica direttamente nel fiume, senza passare dai depuratori. Ad un anno di distanza dall’ultimo sversamento, che aveva causato una moria di pesci appena immessi dai volontari per la festa dedicata al corso d’acqua, ritorna ad apparire bianca e spumosa la sostanza bianca che invade le acque già provate da secoli di attività industriale di ogni specie.
A documentare quello che accade da ormai diverse settimane è un lettore di Varesenews che ha anche documentato quanto ha visto con alcuni scatti che vi proponiamo nella galleria fotografica. L’Arpa, interpellata dallo stesso lettore e da noi, non ha ancora fornito una risposta alle domande che legittimamente vengono inoltrate: sono stati effettuati dei prelievi? Se sì, che tipo di sostanza è stata rilevata? Quali danni per il fragile ecosistema della Valle Olona e delle acque? Sembra che chi vuole male a questo corso d’acqua riesca a farla sotto il naso a tutti, compresa l’agenzia regionale per la protezione ambientale che ha una sede proprio a Olgiate Olona, a Villa Schapira. Lo stesso sindaco di Olgiate Olona Giorgio Volpi non sa dare risposte certe ma punta il dito contro chi non investe nei collettamenti fognari: «Finchè c’è ch non investe su questo aspetto e lascia che gli scarichi finiscano nell’Olona possiamo fare tutti gli sforzi di questo mondo ma il fiume rimarrà inquinato»
Oltre al silenzio dell’ente preposto al controllo sembra mancare anche l’attenzione della gente e lo stesso lettore che ci ha scritto si è detto indignato per la mancanza di partecipazione popolare di fronte a questo scempio. Alla faccia dei tanti volontari che mettono a disposizione tempo, danaro e passione per ravvivare un angolo di territorio che vive ancora nel cono d’ombra delle ciminiere, ormai quasi tutte inattive ma ancora presenti a simboleggiare che su tutta l’asta del fiume continua a pesare la mano dell’uomo.
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