Un mese in Senegal per scoprirsi “toubab”

Il nostro giovane collaboratore Marco Corso sarà ospite di un liceo della periferia di Dakar insieme ad altri sei compagni di viaggio dell'università Statale per portare aiuti e raccontare da blogtrotter la sua esperienza

Quest’anno le vacanze le farà in Senegal ma non in una meta turistica rinomata o all’ombra delle palme di Lamantine Beach o Framissima bensì alla periferia nord di Dakar. Marco Corso, da alcuni mesi nostro valente collaboratore, ha deciso di partecipare ad un progetto del Ceses (Centro europeo per scuola, educazione e società). Frequenta il primo anno della facoltà di scienze sociali per la globalizzazione all’università Statale di Milano e ha deciso di dedicare un mese della sua estate per un progetto di scambio culturale allargato: «Andremo a Dakar e più precisamente nella periferia nord-est per conoscere i ragazzi del liceo Limamoulaye che fanno parte del programma "club Italia", conoscono bene il nostro Paese e la nostra lingua e ci accompagneranno nella visita alla città, alle spiagge da dove partivano gli schiavi per le Americhe e ci permetteranno di entrare in contatto con la realtà della periferia»

Naturalmente non andranno a mani vuote: «Partiremo il 25 luglio per rientrare il 25 agosto e porteremo 3 quintali di aiuti in Senegal – prosegue Marco – Ci hanno chiesto vestiti, giocattoli, libri di narrativa in lingua italiana e di grammatica, cancelleria e un personal computer. Se qualcuno vorrà collaborare anche con un piccolo aiuto può contattarmi al 3495984066». L’esperienza più forte Marco (che partirà insieme ad un altro bustocco, Jacopo Formica, e altri cinque studenti della Statale) la vivrà quando si recherà con il gruppo in un villaggio dell’interno: «Per una settimana ci trasferiremo in un villaggio che si chiama Mboro e faremo la vita del senegalese dell’entroterra: dormiremo, mangeremo e lavoreremo con loro. Sarà un’esperienza dura perchè in Senegal siamo in piena stagione delle piogge e vivremo a 45 gradi con un tasso di umidità altissimo».

Per lui è la prima partecipazione ad un progetto che riguarda l’Africa: «L’anno scorso siamo andati a Corleone a lavorare nei terreni confiscati alla mafia, credo che in confronto quell’esperienza sembrerà una passeggiata». Prima di partire i ragazzi della Statale hanno fatto diversi incontri via Skype nella sede del Ceses per conoscere i ragazzi che li ospiteranno e li porteranno a conoscere la loro realtà quotidiana. Da loro hanno saputo che verranno chiamati toubab: «Sarà strano passeggiare per le vie di Dakar perchè gli occidentali sono additati dalla popolazione locale – conclude Marco – Questa volta tocca a noi essere gli stranieri. Sarà un’esperienza forte e sarà interessante capire perchè tanta gente decide di rimanere e non scappare da quelle condizioni di vita». Marco Corso, in questo mese, racconterà il suo viaggio con uno dei nostri blog della serie "blogtrotter", la sezione della blogosfera di Varesenews che racconta le storie dei varesini in giro per il mondo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Luglio 2011
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