In 2 anni più polizia e reati in calo

Rinnovati i patti per la sicurezza. I numeri sembrano indicare risultati positivi e per i sindaci si vedono più pattuglie per le strade

I sindaci firmano, le pattuglie aumentano: i reati diminuiscono. A ciascuno il suo compito, ma i «Patti per la sicurezza», rinnovati oggi a Villa Recalcati, sembra abbiano portato qualche beneficio.

Delitti in calo
I delitti nella provincia di Varese, in 2 anni, sono scesi del 9%.
I furti tra il 2008 e il 2010 sono scesi del 9% (16.209 contro 14.675); in particolare sono meno quelli in abitazione (-12%) e quelli nei negozi (-8%). Meno chiaro il dato sui furti in strada: diminuiscono anche quelli con strappo (129 contro 77, -40%). Aumentano invece i furti con destrezza (1161 contro 1286 +11%). Un dato conformante è quello della diminuzione dei furti su auto in sosta (2612 contro 1846, -29%). E così anche i dati generali dei furti di ciclomotori (-5%) e autovetture non in sosta (-14%).
Le rapine sono scese da 333 a 237 (-29%), ma il dato sulle tipologie ha meno senso statistico perché riferito a numeri troppo bassi, salvo quello delle rapine sulla pubblica via che passano da 123 e 66 (-44%). Estorsioni e danneggiamenti sono invece invariati ma diminuisce lo spaccio (-29%) e i reati per stupefacenti (-20%). 

Leghista ma non solo
I patti piaciono molto a chi governa. Nel 2008 furono una novità. Allora il governo Berlusconi doveva dare un segnale forte sulla sicurezza e il ministro dell’interno Roberto Maroni scelse Varese come laboratorio. Oggi in Provincia sono stati rinnovati dai tre sindaci delle città più grandi. Attilio Fontana per Varese, Gigi Farioli per Busto Arsizio, Edoardo Guenzani per Gallarate. Fiore all’occhiello della politica del ministro leghista, sono però una continuazione (ed estensione) della politica seguita dal 

ministro Giuliano Amato che con il governo Prodi, con l’avvio di progetti di sicurezza federale in diverse città della penisola. Ma quello che interessa la politica è soprattutto la sicurezza percepita. Si vedono più pattuglie? A Varese la risposta è sì. Rinforzi da Milano e da altre città sono sempre su strada nel capoluogo, soprattutto nella zona delle stazioni e in piazza Repubblica, considerati i punti caldi nella percezione popolare, ma anche nelle periferie. Tanto che gli aiuti di “truppe” a Varese sono persino divenuti motivo di scontro con altre province. Alcuni parlamentari comaschi imputano al nostro capoluogo un’attenzione del tutto particolare, ma che vista dal nostro punto di vista territoriale è invece una grossa risorsa.

I commenti
Numeri e politica a parte, secondo sindaci e istituzioni, i patti per la sicurezza hanno una loro efficacia per il coordinamento e la gestione del tema sicurezza. Il prefetto Simonetta Vaccari lo sottolinea e così anche il presidente della Provincia Dario Galli sostiene che «rendono più efficienti i mezzi già presenti sul territorio». Per il sindaco di Varese Attilio Fontana «è molto migliorata la sicurezza percepita». Mentre Gigi Farioli sindaco di Busto Arsizio rimarca: «La polizia nei quartieri è una realtà e la gente lo sta notando sempre di più». Per Edoardo Guanzani sindaco di Gallarate «la sicurezza vuole dire dare tranquillità alla nostra gente, ma bisogna anche imparare ad accogliere e rassicurare la gente, come sul tema dei profughi». Erano presenti i comandanti delle forze dell’ordine. Il questore Marcello Cardona, il colonnello Bartolomeo Catalano dei carabinieri provinciali e il capitano Dario Mineo della compagnia dei carabinieri di Varese, il generale Antonino Maggiore della Guardia di finanza, il comandare dei vigili del fuoco Vincenzo Lotito, il comandante della polizia provinciale Angelo Gorla.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Luglio 2011
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