Volare: raffica di arresti e “indagati eccellenti”

Arresteti gli ultimi due presidenti e indagati anche Giorgio Fossa e l'ex ministro Bernini. Crac da 500 milioni per il gruppo al quale mezzi, fondi e personale furono sottratti per fondare il gruppo-clone MyWay

Man mano che passano le ore aumenta il numero dei nomi illustri coinvolti nell’indagine sul crack Volare: oltre all’ex presidente di Sea e di Confindustria Giorgio Fossa, ci sarebbe infatti anche l’ex ministro dei Trasporti Carlo Bernini nell’elenco delle persone indagate nell’inchiesta della Procura di Busto Arsizio. L’informazione di garanzia all’ex ministro gli sarebbe stata recapitata in qualita’ di presidente del Cda di My Way Airlines, e le ipotesi di reato sono quelle di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio.

Sono stati resi noti inoltre i nomi di altri due degli indagati ora in obbligo di dimora: si tratta di Rita Mengozzi, amministratore di diritto di Triskel Srl (tour operator riminese legata a Volare) e al contempo socia di maggioranza della capogruppo di MyAir, e Vittoriano Scotti, presidente del consiglio di amministrazione di Teorema Tour.

Si allunga così la lista anche dei nomi dei fermati, di cui questa mattina se ne conoscevano solo tre, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Busto Arsizio sul crack del gruppo Volare. I nomi resi noti stamattina nel corso della conferenza stampa in Procura a Busto Arsizio sono: Giuliano Martinelli ex direttore commerciale della compagnia fallita e considerato dagli inquirenti l’amministratore di fatto di molte società del gruppo fallito, Gino Zoccai, l’imprenditore vicentino fondatore ed ex presidente del gruppo Volare, e Mauro Gambaro (nella foto). Quest’ultimo, ex direttore generale di Interbanca (non coinvolta nelle indagini, ndr) e ultimo presidente di Volare prima del fallimento, è anche amministratore delegato e direttore generale dell’Inter (anch’essa del tutto estranea ai fatti). Zoccai e Martinelli sono stati tradotti in carcere, Gambaro è invece agli arresti domiciliari. In seguito, nel pmeriggio è stato arrestato anche Vincenzo Soddu, ex amministratore delegato di Volare. Altri nomi "di peso" non sono ancora stati resi ufficialmente noti dagli inquirenti, per quanto circolino voci insistenti e precise: non sembrano finite perciò le novità.

Le misure cautelari sono state chieste dal procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Antonio Pizzi (da pochi giorni trasferito alla Procura della Repubblica di Monza, ma che aveva fatto richiesta di restare applicato alle indagini sul crac Volare) e dal pm Roberto Craveia, sono state firmate dal gip Adet Toni Novik. Gli arresti e le perquisizioni sono avvenuti nelle città e nelle province di Milano, Varese, Vicenza, Rimini e Roma. Le Fiamme Gialle di Varese hanno effettuato 24 perquisizioni in abitazioni e uffici di società; in tutto, sono 49 le persone iscritte nel registro degli indagati.

I personaggi coinvolti nell’inchiesta hanno rivestito cariche decisionali e di controllo all’interno del gruppo Volare o in società collegate, a vario titolo, al management della compagnia area stessa, il cui stato di insolvenza è stato dichiarato alla fine del 2004. Ora il gruppo è commissariato. I fatti contestati vanno dal 2001 al 2004. I reati contestati agli arrestati sono gravi: falso in bilancio, distrazione di fondi, mezzi e personale, bancarotta per distrazione allo scopo di fondare una nuova società, Myair.com, con la stessa struttura della compagnia commissariata, come hanno spiegato Pizzi e Craveia nella conferenza stampa indetta in mattinata.

«I controlli da noi affidati alla società di revisione di bilanci Kpmg hanno subito evidenziato gravissimi falsi in bilancio» ha detto il pm Craveia. «Per quanto riguarda Volare abbiamo ricostruito le vicende societarie fin dall’inizio, per quanto attiene invece AirEurope (in mano a Volare dal 2002 all’anno scorso, ndr) dall’uscita di SwissAir dalla compagine sociale. Dal 2001 i bilanci del gruppo Volare sono stati continuamente truccati»: ciò avveniva per ricavare il denaro con cui costituire MyWay, tramite vari sistemi. Si è fatto ricorso alla vendita e al riacquisto di materiali rotabili, con la quale si creavano ricavi fittizi per mascherare le enormi perdite del gruppo; a travasi dolosi di denaro tra le varie società del gruppo onde riallineare i patrimoni sociali per evitare la di dover immettere nuove risorse; alla sottrazione di fondi attraverso l’acquisto, fittizio, di quote in fantomatiche società; al dirottamento di ingenti somme su società riconducibili, in ultima analisi, al "gruppo storico" dei dirigenti di Volare; infine, in totale contrasto con ogni principio contabile, alla capitalizzazione di ingenti costi per la ristrutturazione della flotta, sempre con lo scopo di mascherare le perdite.

«Volare per anni ha venduto sottocosto, tentando infine di rifilare a terzi le società ormai ormai decotte» spiega ancora il pm Craveia. «Un anno fa, con una situazione finanziaria ormai insostenibile, si è creato il gruppo MyWay (la holding della compagnia MyAir, ndr). Mezzi, fondi e personale sono stati distratti da Volare per fondare questa nuova società, identica nella struttura al gruppo in fallimento: sindaci, professionisti e dirigenti della società hanno agevolato tale condotta illegale. Parliamo di un "buco" da 500 milioni di euro, frutto non solo di malversazioni ma anche di "semplice" cattiva gestione.
L’indagine, comunque, è tutt’altro che chiusa». Craveia ha inoltre fatto presente che anche la Multiservizi Telematici di Sassari, il call center per le prenotazioni di Volare, è stato dichiarato insolvente ed è stato commissariato. Anche il procuratore Pizzi non è stato tenero nel giudizio: «Il dissesto di Volare è stato frutto di incompetenza, malafede e incapacità da parte di un gruppo di potere». A rimetterci, naturalmente, sono state le famiglie di 1300 lavoratori.

Per quanto riguarda la posizione di Fossa, iscritto nel registro degli indagati, notizie di agenzia rivelano che l’ex presidente di Sea e di Confindustria, e che per alcuni mesi ha guidato il gruppo Volare, e’ indagato per fatti marginali e la sua iscrizione sarebbe un atto dovuto. Anche per lui comunque le ipotesi di reato sono falso in bilancio e bancarotta fraudolenta.

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Pubblicato il 27 Aprile 2005
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