La speranza contro la mafia? Ammazzateci Tutti

Un documento di Wikileaks svela le opinioni del console americano Patrick Truhn sulla mafia: bocciata la politica, si salva invece l'associazione fondata da Aldo Pecora, molto attiva anche in Lombardia

Nella nuova infornata di cablogrammi riservati del governo americano pubblicati da Wikileaks, il celebre sito di Julian Assange, si parla molto di Italia e dei problemi del nostro paese. In uno dei 2970 dispacci provenienti dalle sedi diplomatiche italiane, il console americano a Napoli, J. Patrick Truhn, si lancia in una analisi del fenomeno mafioso nelle regioni del sud. E’ il 6 aprile 2008, Truhn è appena tornato a Napoli dopo un viaggio in meridione e il suo commento è perentorio: "I politici non sono in grado di combattere la mafia". Scrive il console: "La criminalità organizzata è, per il Sud Italia, uno dei più grossi ostacoli alla crescita economica ed alla stabilità politica; nonostante questo i politici italiani, per varie ragioni, sono incapaci se non riluttanti a fronteggiarla in maniera valida". Una bocciatura che porta il console ad affermare che "è difficile visitare la Calabria e non diventare pessimisti" per poi rilanciare che "se non fosse parte dell’Italia, la Calabria sarebbe uno Stato fallito".

Ma se le alte sfere del potere vengono bocciate senza appello dal console, un barlume di speranza nel suo report c’è. Una speranza che si chiama Nicola Gratteri, attuale procuratore aggiunto presso il tribunale di Reggio Calabria, e che comprende anche l’associazione di Aldo Pecora, Ammazzateci tutti. "Persone come Gratteri e i nostri contatti in Ammazzateci Tutti -dice Truhn- ispirano la speranza che le persone oneste possano fare la differenza". Nel cable 12958 il console racconta di un suo colloquio con Pecora il quale gli avrebbe certificato la continua crescita del suo gruppo di giovani. Truhn sente anche di dover rendere noti ai suoi superiori i problemi che ha l’associazione nel "trovare organizzatori locali" in terra di mafia e si stupisce positivamente del fatto che "in una città della Puglia la rappresentante dell’associazione è una quindicenne".

Ed è inevitabile la soddisfazione dei membri di Ammazzateci Tutti. Massimo Brugnone, il responsabile per la Lombardia del gruppo, considera le parole del console come "la conferma che il metodo che abbiamo iniziato ad utilizzare ormai da più di 3 anni funziona". Un metodo che nasce "da una protesta di piazza" ma che si è presto tramutato "dalla protesta alla proposta" e che punta sull’educazione delle nuove generazioni. "Non bisogna vivere eternamente nell’emergenza -commenta Brugnone- o questa non si supererà mai, ma bisogna progettare il futuro" e per questo nell’associazione sono convinti che "bisogna guardare agli effetti che si vogliono avere fra 10 anni ed incominciare a creare le basi per raggiungere quelle mete".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Settembre 2011
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