Presunte mazzette dalla cosca, la giunta Gelosa smentisce

Nelle motivazioni alla sentenza sulla 'ndrangheta lonatese appare il sunto di un'intercettazione nella quale il boss De Castro rivela di aver pagato somme per la costruzione di un centro commerciale. Il sindaco: "Nauseato"

La locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo aveva o no dei referenti all’interno dell’amministrazione comunale lonatese? E’ possibile che uno dei personaggi più potenti dell’organizzazione, quell’Emanuele De Castro che viene definito il collettore (o in gergo ‘ndranghetistico "la bacinella") che raccoglie i soldi della cosca, abbia pagato esponenti dell’amministrazione locale per ottenere in cambio qualche "favore" in merito alla costruzione di un centro commerciale in paese? Sono queste le due domande principali che emergono dalla lettura di un passaggio delle motivazioni della sentenza "Bad Boys" che ha comminato oltre 90 anni di carcere per 13 persone, 7 delle quali condannate per associazione a delinquere di stampo mafioso.  In poche righe i giudici che hanno stilato le 800 pagine di motivazioni aprono, in buona sostanza, un nuovo capitolo fino ad ora solo accennato ma mai esplorato (almeno fino ad ora) dalla Dda di Milano.

In  questo passaggio i giudici dicono che "anche se non fa parte delle contestazioni é interessante notare come il Locale fosse interessato alla realizzazione del Centro Commerciale (che poi non venne realizzato, ndr) e a tal fine parrebbero essere state effettuate dazioni di denaro a esponenti dell’amministrazione comunale". La conversazione intercettata non viene trascritta dai giudici ma sappiamo che si svolse nell’aprile del 2008 tra De Castro e Pietro Gangi all’interno della sua Porsche Cayenne.

Che alcuni personaggi parlassero con esponenti dell’amministrazione era già emerso nell’intervista che Danilo Rivolta, attualmente assessore all’urbanistica del Comune, rilasciò proprio a Varesenews  parlando proprio di "qualcuno che avrebbe aperto le porte a questi personaggi" anche se non ne fece il nome. Lo stesso Rivolta, al quale fu bruciata l’auto, all’epoca era segretario cittadino di Forza Italia ed ebbe a che fare con Emauele De Castro e le sue imprese, per alcuni lavori in qualità di progettista. Già allora si scatenarono le polemiche più infuocate con l’opposizione pronta a chiedere le dimissioni del sindaco Gelosa e dell’intera giunta.

Proprio al sindaco Piergiulio Gelosa tocca, nuovamente, ritornare sull’argomento: «Innanzitutto mi sento di poter smentire tranquillamente la possibilità, anche solo ventilata, che qualcuno dell’amministrazione possa aver ricevuto danaro da questi personaggi – chiarisce il primo cittadino che continua – poi vorrei anche ribadire che le porte del Comune sono aperte a qualsiasi richiesta di chiarimento anche se, credo, al momento non ci siano indagini di alcun tipo su questa giunta». Il sindaco, che ribadisce l’estrema bravura di investigatori e giudici "per aver liberato Lonate dalle cosche" si dice, tuttavia, nauseato da questo nuovo capitolo che si apre puntando nuovamente il faro dei media sulla zona grigia della collusione tra amministrazione pubblica e ‘ndrangheta: «Fare il mestiere del sindaco in questo periodo storico è già molto difficile, stiamo affrontando difficoltà finanziarie enormi e aumentano i problemi sociali – conclude Gelosa – certamente questo nuovo fronte che si apre riporta il paese nel buio dal quale stava uscendo anche con le tante iniziative sulla legalità che sono state fatte (presto verrà inaugurata la sede di Ammazzateci Tutti in paese, ndr). Torno a ribadire che Lonate vuole voltare pagina ma l’immagine devastata del paese continua a creare anche un danno economico». Infine precisa, in merito all’interesse della ‘ndrangheta intorno al centro commerciale definito "una nostra costruzione", di non essere a conoscenza di questi interessi: «Sapevo dell’interesse intorno al Pirellino – dice stupito – ma non del centro commerciale. Una costruzione che non è mai iniziata anche perchè la società Bennet ha rilevato l’area per congelarla e costruirne uno a Vanzaghello».

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Pubblicato il 30 Settembre 2011
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