Carla e le sue mani, un anno dopo l’operazione
Dodici mesi dopo il doppio trapianto all'ospedale San Gerardo di Monza, oggi la donna continua a migliorare e ha raggiunto il 40% di funzionalità con entrambi gli arti
E’ passato un anno. Dodici mesi da quando Carla Mari è uscita dalla sala operatoria dell’ospedale San Gerardo di Monza. La donna fu sottoposta ad un delicatissimo intervento durato diverse ore: i medici le riattaccarono entrambe le mani dopo che 3 anni e mezzo prima, a causa di un’infezione a seguito di una cistite, entrambi gli arti le furono amputati. Oggi Carla ci apre la porta da sola e ci ri-ospita in casa sua con lo stesso sorriso che aveva un anno fa, appena tornata a casa. Racconta di grandi e piccoli miglioramenti: «Ho raggiunto il 40% di autonomia – ci dice mostrandoci la torsione parziale del polso – in alcuni movimenti sono arrivata a superare la mobilità che avevo con le protesi mentre per altri c’è ancora strada da fare». Carla racconta dei piccoli successi quotidiani: «La notte non devo più svegliare mio marito per farmi rimboccare una coperta scivolata via, oppure per grattarmi il naso – racconta – sembrano piccolezze ma non è così».
La donna parla anche del suo rapporto con gli altri: «Ho avuto sin dall’inizio un grande calore intorno – spiega – da parte di tutte le persone che conosco. La cosa più bella è poter tornare a stringere loro la mano, sentirmi dire se la mia mano è fredda o è calda». Carla in questi dodici mesi ha dovuto affrontare una riabilitazione a tratti pesante, nel primo periodo ha dovuto prendere molti farmaci, affrontare la fisioterapia, rimanere per lunghi periodi in casa a causa degli immunodepressivi che la rendevano cagionevole: «Ora va molto meglio, il periodo più difficile è passato, ma quello che mi ha dato la forza è stato il pensiero che mi avessero riattaccate le mie mani, non vorrei apparire egoista ma è stato utile ad evitare il rigetto». Nemmeno per un secondo ha avuto dubbi sulla scelta: «Psicologicamente ho retto bene – continua – per questo devo ringraziare la mia famiglia a partire da mio marito fino a i miei due figli. La mia scelta non è mai stata contestata e loro sono stati collaborativi sempre, accettando la mia volontà». Una volontà di ferro che l’ha portata a questo grande risultato.
Carla Mari parla anche del futuro anche se non intende porsi obiettivi: «Meglio di no – sorride – non so fino a che punto potrò arrivare quindi non mi faccio illusioni che poi possono lasciare spazio a delusioni troppo grandi. Certo che ho un sogno, quello di poter impastare almeno una pizza». Davanti a sè ha un altro anno per prendere confidenza con le sue mani ma ora, tra un’intervista e l’altra, c’è da festeggiare questo grande risultato: «Il professor Del Bene (il chirurgo che l’ha operata, ndr) dice che è importante mostrare ai media i risultati – conclude Carla – sono una persona schiva, non amo apparire ma credo che per la scienza ne valga la pena». Poco dopo la lasciamo all’ intervista successiva: «Arriva la troupe de "La vita in diretta" tra poco» – ci sorride e ci stringe la mano.
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