Inceneritore, quattro offerte per rinnovarlo

Il presidente dell'assemblea dei soci Antonelli annuncia che a marzo 2012 saranno aperte le buste con i progetti per il revamping e la gestione. L'operazione ha raggiunto un costo di 90 milioni di euro. Le opposizioni: "Più trasparenza"

Se ne parla da anni ma fino ad oggi il revamping dell’inceneritore di Borsano era rimasto nel limbo. Dopo che la gara presentata dal precedente consiglio di amministrazione era andata deserta ieri, finalmente, il presidente Roberto Antonelli ha annunciato che a breve verranno aperte le buste con le offerte di quattro società che hanno partecipato al dialogo competitivo messo in piedi dal nuovo cda per arrivare il prima possibile all’intervento, ormai diventato più che necessario, per rinnovare completamente l’impianto e trasformarlo da impianto di distruzione dei rifiuti a impianto di recupero grazie alla rete del teleriscaldamento. 

L’occasione per chiarire lo stato delle cose è stata la commissione ambiente e territorio di Busto che si è tenuta ieri, mercoledì, e nella quale Antonelli ha avuto modo di rispondere anche alle domande dei consiglieri comunali. Dopo l’allungamento della vita al 2025 dell’impianto, votato dal consiglio comunale, si attendeva di sapere quando sarebbero partiti i lavori per riportarlo alla modernità cercando di impiegare la migliore tecnologia sia per l’abbattimento degli inquinanti, che rimangono comunque la spina nel fianco di Busto, e per la creazione di energia e calore: «Grazie alla formula del dialogo competitivo – ha affermato Antonelli – possiamo dire che i  progetti che sono stati presentati guardano tutti alle ultime tecnologie. Il nostro obiettivo era quello di superare l’impasse che blocca tutto dal 2009». 

In realtà solo a marzo si saprà cosa contengono le buste con le offerte dei privati e quale sarà la tecnologia vincente che renderà il termodistruttore al passo con le normative italiane ed europee per poter tornare a beneficiare dei finanziamenti statali conseguenti al certificato verde. «Il costo del revamping è di 43 milioni di euro – ha detto Antonelli in risposta alle domande dell’opposizione – ma in tutto occorreranno 90 milioni di euro perchè il bando prevede anche la gestione dell’intero impianto da un minimo di 5 ad un massimo di 8 anni. Una cifra enorme che riusciremo ad ammortizzare entro il 2025». Per risparmiare qualche soldino Accam ha deciso di mantenere per sè la scelta dei materiali in modo da andare sul mercato a cercare la migliore offerta qualità/prezzo. Vedremo se questo basterà a non mandare a ganbe all’aria il piano finanziario concesso dalle banche. Il consigliere Pd Mariani, supportato anche dal collega del Movimento 5 Stelle Sablich, ha chiesto maggiore trasparenza all’assemblea dei soci partendo dalla riapertura al pubblico delle assemblee e da un lavoro di aggiornamento del sito internet. Ora bisognerà attendere marzo del 2012 per sapere quali saranno le caratteristiche tecniche del nuovo impianto.

Non sono di certo soddisfatti i cittadini che fanno parte del comitato No Accam che da anni si battono per la chiusura dell’impianto: "Da Antonelli ci aspettavamo qualche spiegazione tecnica su quale sarà la tecnologia del nuovo impianto – ha sottolineato Adriano Landoni – per il momento sappiamo solo che questo impianto lo pagheremo tre volte: con la salute, con la tassa sui rifiuti e con i soldi del certificato verde che lo manterranno in piedi".


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Pubblicato il 10 Novembre 2011
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