Il Billa chiude entro marzo, futuro incerto per 100 dipendenti
Il marchio tedesco ha deciso di chiudere il punto vendita di via per Busto, uno dei primi centri commerciali in provincia. Se non chiuderà un accordo con una nuova società lascerà a casa i lavoratori che domani sciopereranno
L’unica certezza è che entro marzo il supermercato Billa di Castellanza (ex-Standa) chiuderà i battenti. Il gruppo tedesco Rewe-Billa, infatti, ha deciso che quel punto vendita, lungo la via per Busto, non rientra tra quelli che il marchio intende potenziare e sviluppare. La crisi dei consumi, la forte concorrenza di altre strutture poste nelle immediate vicinanze si è rivelato un buco nell’acqua a discapito di un centinaio di dipendenti che lì ci lavora. Non rientrerà nemmeno tra i 42 supermercati Billa che in tutta Italia si trasformeranno in Conad, altro marchio dell’affollato mondo della grande distribuzione, in ascesa in provincia di Varese (ha appena aperto un grosso centro a Gorla Minore). Nessun pericolo, almeno per ora, per le altre strutture in provincia di Varese (Luino, Cittiglio, Saronno, Varese).
La Cgil è già sul piede di guerra. Pino Pizzo, segretario della Filcams Varese, ha annunciato per domani (sabato) uno sciopero del personale dipendente su tutti i turni con un presidio e un volantinaggio all’esterno della struttura: «Il gruppo Billa ha annunciato che entro marzo, se non chiuderà l’accordo con una nuova società, avvierà le procedure di mobilità e/o licenziamenti anche per i lavoratori di Castellanza». Il supermercato di via per Busto, tra l’altro, è anche una delle prime strutture della grande distribuzione nate in Italia, la prima a Castellanza ormai tanti anni fa. Per i lavoratori, dopo che due anni fa la Standa aveva deciso di mollare il colpo, si riapre nuovamente il baratro della disoccupazione e, visto il numero di persone impiegate che sono quasi tutte di Castellanza, la crisi che si è aperta può tranquillamente essere paragonabile a quella di una media industria del territorio.
Il sindacato non intende lasciare che queste persone restino a casa e si prepara ad un incontro con l’amministrazione di Castellanza che ha convocato le rappresentanze per i prossimi giorni: «Ne parleremo con il sindaco Farisoglio – annuncia Pizzo – è un problema che tocca molto l’intera città». Intanto domani il gruppo ha deciso di aprire comunque il punto vendita trasferendo personale da altre sedi ma fuori ci saranno i lavoratori che chiederanno ai clienti di non effettuare acquisti e spiegheranno i motivi della protesta con un volantino che verrà distribuito.
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