Usura, l’imprenditore in aula: “Ho pagato per tre anni”

Parla nell'aula Falcone e Borsellino un costruttore edile di Busto finito nel giro di Giuseppe Drago e i suoi. Una testimonianza drammatica che rende l'idea del clima di terrore tra le vittime del gruppo

Tre anni di vessazioni, continue richieste di soldi e quel giornale con all’interno un corpo contundente che gli fece sanguinare il viso. Così un imprenditore edile ha raccontato, nascosto da un paravento, la sua esperienza con Giuseppe Drago, detto Zu Pippo, alla sbarra nell’aula Falcone e Borsellino del Tribunale di Busto Arsizio oggi, giovedì, con l’accusa di usura nei suoi confronti, oltre che di minacce e violenze. «Con me si paga sempre » – aveva detto ad una sua vittima in un’intercettazione telefonica. Drago, infatti, era uscito di carcere per scadenza dei termini perchè già arrestato in passato dalla Procura di Varese ma è stato riarrestato con la seconda parte dell’operazione dei Carabinieri di Arona “Borgo Pulito” su richiesta del sostituto procuratore Raffaella Zappatini, titolare anche della parte varesina dell’inchiesta che lo riguarda.

Per il 63enne catanese, dunque, tutti i suoi procedimenti sono stati riuniti a Busto Arsizio. Sono circa una quarantina, infatti, gli imprenditori finiti nel giro di usura che aveva messo in piedi da anni, servendosi di un gruppo di personaggi finiti alla sbarra con lui. Tra questi cè Emanuele Fisci, indicato dalla presunta vittima oggi in aula e fatto alzare in piedi dal pubblico ministero Zappatini tra le proteste degli avvocati difensori Barbara Bruno e Davide Toscani. L’imprenditore ha dichiarato che per tre anni, tra il 2007 e il 2010, ha pagato mensilmente cifre onerose e che, in un caso, Drago lo seguì fino in banca dopo averlo minacciato ripetutamente e gli sfilò dalle mani un assegno da 20 mila euro. In un’altra occasione, inoltre, l’imprenditore ha raccontato di essere andato in un bar di Busto dove Drago, davanti a molte delle facce oggi alla sbarra, lo avrebbe colpito con un giornale che nascondeva all’interno qualcosa di duro e pesante, forse una pietra.

Racconti che fanno ben capire il clima di terrore nel quale vivevano le vittime che, effettivamente, difficilmente denunciano e testimoniano in aula. Davanti ai giudici sono sfilati anche alcuni uomini della scientifica che hanno raccontato come lo scorso 8 marzo Drago cercasse informazioni sul luogo dove viveva l’imprenditore in quanto avrebbe voluto convincerlo a non testimoniare in aula. La prossima udienza ci sarà l’esame degli imputati ma sarà difficile vedere Zu Pippo in aula.

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Pubblicato il 29 Marzo 2012
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