“Dieci motivi per i quali serve una consulta antimafia”

Il coordinatore lombardo di Ammazzateci Tutti risponde con un decalogo alle parole del presidente della commissione sicurezza del consiglio comunale di Busto Arsizio Unfer che l'ha definita "un intralcio inutile"

Massimo Brugnone, coordinatore lombardo dell’associazione Ammazzateci Tutti, ci ha inviato un elenco di dieci motivi per i quali una consulta antimafia potrebbe essere utile nella città di Busto Arsizio. La lista qui riportata è la replica che Brugnone ha voluto fare alle parole del presidente della commissione sicurezza del consiglio comunale bustocco Adriano Unfer della Lega Nord, il quale aveva dichiarato, nella seduta di commissione di venerdì, che quest’organo sarebbe inutile a Busto e potrebbe essere un intralcio al lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine.

Dieci motivi perché servirebbe una Consulta antimafia a Busto Arsizio:

Segnale importante
Di per sé, dovesse anche avere pochi poteri e funzioni, il semplice fatto che il Comune di Busto Arsizio crei un organo che porti il nome “antimafia” è un segnale importante, per tutta la cittadinanza, di una presa di coscienza e soprattutto di posizione nei confronti di un problema che non si può ignorare essere esistente in città.

Supporto alla politica
E’ evidente che non si devono svilire le funzioni dei rappresentanti eletti dai cittadini, ma è altrettanto evidente che in temi così specifici come la mafia e la lotta alla mafia sarebbe meglio potersi dotare di un organo che non si sostituisca, ma supporti, con il proprio lavoro, quei rappresentanti a cui poi sono ovviamente delegate le decisioni politiche.

Personalità di garanzia
Mafia è criminalità organizzata che sfrutta non solo l’intimidazione, ma anche la corruzione come mezzo per perseguire i propri obiettivi. Una Consulta antimafia deve e può essere composta da personalità di garanzia, che racchiudano in sé i valori dell’onestà, dell’intransigenza, della non ricattabilità e dell’incorruttibilità.

Fiducia nei cittadini
Un organo che sia intermedio tra politica, forze dell’ordine, magistratura e Istituzioni in genere, formato inoltre da rappresentanti della società civile, può per sua stessa costituzione ispirare più fiducia nei confronti di quei cittadini che non hanno, ad oggi, il coraggio anche solo di riferire fatti riguardanti la mafia da essi non direttamente vissuti, ma comunque conosciuti.

Aiuto ai cittadini
E’ una piccola percentuale, ma le carte giudiziarie dimostrano come alcuni imprenditori bustocchi sono stati vittime di richieste estorsive e minacce reiterate nel tempo. Un organo come una Consulta antimafia può e deve proporsi come strumento che possa anche fare ulteriori proposte nell’aiutare quei cittadini vessati dalla mafia.

Informazione
Un punto di raccolta di tutte le informazioni riguardanti il tema permetterebbe di evitare quel pericolo di cui tanto si è parlato di allarme sociale. Un oggettivo riscontro dei fatti, supportato da dati statistici su quali siano i reati realmente legati alla criminalità organizzata di stampo mafioso può essere di maggior aiuto sia per conoscere, e quindi riconoscere, il fenomeno mafioso, sia per confermare il fatto che ancora ad oggi, a Busto Arsizio, si può e si deve intervenire per prevenire e non solo per reprimere.

Attività di controllo

Le indagini sono attività preminente di magistratura e forze dell’ordine, ma da sempre gli stessi corpi investigativi hanno sottolineato quanto sia importante la collaborazione della società civile. Ed allora una Consulta che possa tenere maggiormente sotto controllo l’alta attività imprenditoriale presente a Busto Arsizio, soprattutto nel campo dell’edilizia, può essere espressione di quel supporto e quella collaborazione dovuta.

Educazione alla legalità
Promozione della cultura della legalità è sicuramente una delle attività a cui nello specifico la Consulta può dare spazio collaborando con quelle realtà presenti sul territorio che già se ne occupano. Ricordiamo che il giudice Borsellino diceva che “per combattere la mafia ci vuole un esercito di insegnanti”.

Punto di raccordo per le associazioni
Un organismo comunale ed ufficiale che si occupi non solo di mafia, ma soprattutto di antimafia può essere centro non solo promozionale, ma anche di riferimento per tutte quelle associazioni che in città si stanno occupando di questi temi, per poter rafforzare il loro stesso lavoro e creare così una rete ufficiale di collaborazione.

Esempi positivi
La “Commissione antimafia Smuraglia” di Milano (http://www.milanomafia.com/home/relazione) già nel 1992 riuscì positivamente a portare a termine una collaborazione con la magistratura, le forze dell’ordine e il Consiglio comunale.
Il Comune di Milano ha replicato nella sua attuale amministrazione una Commissione antimafia ed un Comitato scientifico di supporto che sta in questi giorni portando avanti il proprio lavoro.
Il Consiglio comunale di Lonate Pozzolo (VA) ha creato il Gruppo di lavoro della legalità che ha già organizzato diverse attività che vanno dall’informazione ai cittadini all’educazione nelle scuole.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Maggio 2012
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