Le fiamme divorano un altro autobus Stie
Venti giovani studenti erano a bordo dell’autobus e solo grazie all’intervento del conducente nessuno è rimasto ferito. E non è la prima volta che un autobus bustocco prende fuoco
Pare che questo periodo dell’anno non sia molto fortunato per Stie. Il 26 maggio di un anno fa, infatti, un incendio divorava un autobus della linea 2 e oggi, vigilia di questo poco onorevole anniversario, la storia si replica con un nuovo mezzo in fiamme. Attorno le 14.30 di oggi, venerdì 25 maggio, e un autobus snodato sta portando una ventina di studenti dall’ITC Tosi verso Castellanza ma in viale Stelvio l’autista si accorge che qualcosa non va. Sulla consolle di bordo una serie di spie ha iniziato ad accendersi e il conducente ha quindi deciso di arrestare il mezzo. Una scelta rivelatasi saggia dal momento che è non appena l’ultimo ragazzo ha abbandonato il mezzo, dal vano motore hanno iniziato a levarsi le fiamme.
Subito sono stati allertati i Vigili del Fuoco che hanno inviato sul posto due automezzi e, nel giro di mezzora, le fiamme sono state domate. L’intervento ha permesso di salvare la motrice del mezzo mentre la parte posteriore, quella a traino, ha subito danni che gli stessi Vigili del Fuoco definiscono “importanti”.
Nel frattempo sono stati allertati anche gli uomini della Polizia Municipale che hanno avuto il compito di deviare il traffico mentre del mezzo si levavano le ultime fiamme. Per fortuna, anche questa volta come in tutti gli incendi che hanno interessato i mezzi del gruppo Stie, l’incidente non ha avuto conseguenze per la salute dei passeggeri. “Abbiamo salvato il trasporto pubblico su gomma”, diceva l’assessore ai trasporti Claudio Fantinati all’indomani dell’accordo in regione che aveva evitato l’interruzione del servizio autobus Stie. E se il servizio autobus “è salvo”, lo stesso non si può dire per i mezzi che lo servono. Oggi, infatti, con questo incendio si scrive un nuovo capitolo che va ad arricchire la storia dell’azienda dando sicuramente adito a sempre più forti polemiche e critiche verso l’opportunità di un servizio inefficiente e evidentemente pericoloso che ogni anno costa alla collettività 2,7 milioni di euro.
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