Brugnoli: “Rimettiamo al centro il bene comune”

Politica, rapporto tra economia reale e finanza, potenza del made in Italy, crescita necessaria, internazionalizzazione. Il presidente di Univa fotografa la complessità del momento e afferma: «L’Italia è un Paese più maturo di quanto si pensi»

«Insieme, insieme, insieme». Giovanni Brugnoli, presidente di Univa, lo ripete tre volte, come l’appello di borrelliana memoria. Il finale della sua relazione all’assemblea generale è un inno alla collaborazione a tutti i livelli, dalla politica alla società civile, senza la quale «crescere non è possibile».
Brugnoli parte da dove aveva lasciato il suo predecessore, Michele Graglia, ovvero dalla consapevolezza che la crisi economica ha un carattere «epocale» e dunque necessita di rimedi epocali, che l’ex presidente di Univa condensava nella parola «metamorfosi» Occorre dunque un cambiamento a tutti i livelli.

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LA POLITICA– «Un ciclo politico si è chiuso» dice il presidente di Univa e nemmeno in modo «indolore» come la politica ci ha abituato negli ultimi vent’anni. I tranelli però sono visibili: il facile giustizialismo, la resistenza a cambiare passo, lo scetticismo. «Occorre un nuovo ciclo che rimetta al centro il bene comune e permetta di recuperare la spinta ideale». In questa situazione l’Europa deve recuperare un ruolo e crescere politicamente «unita e coesa» perché questo permetterà di contare di più «insieme nel mondo».

ECONOMIA REALE E FINANZA – Lo scollamento tra chi lavora "materialmente" e il mondo finanziario è l’altro punto debole della «Terza globalizzazione» che arrriva dopo il Rinascimento e la Rivoluzione industriale. Brugnoli mostra il pollice verso alle agenzie di rating che con i loro giudizi elaborati «in qualche grattacielo di New York, provocano terremoti sociali ed economici». Questo è il momento di «riconciliare la finanza con l’economia reale» perché per affronatre «la terza globalizzazione occorrono strategie, strumenti e cmportamenti eccezionali» che creino una «discontinuità» con il passato.

assemblea univa 2012 brugnoli COMPLESSITA’ – Se un grande intellettuale europeo-francese come Edgar Morin entra nella relazione del presidente di Univa, vuol dire che il cambiamento è già in atto. Il padre del "pensiero complesso" ha appena pubblicato per Raffaello Cortina EditoreLa via” (per l’avvenire dell’umanità), dove affronta il viaggio che la terra sta compiendo in questa fase, costretta su tre rotte che si incrociano senza coincidere (altrimenti i problemi non ci sarebbero): la mondializzazione, lo sviluppo e la occidentalizzazione. «Quando un sistema è incapace di risolvere i suoi problemi vitali, si degrada, si disintegra, oppure per risolverli si trasforma» dice Brugnoli, citando Morin. E la complessità riguarda tutti, imprenditori compresi. 

I PROBLEMI ITALIANI– In testa ci sono la burocrazia, barocca e complicata, il debito pubblico, il carico fiscale e poi il momento negativo che fa registrare anche in provincia di Varese – di solito immune da certi mali – un tasso di disoccupazione preoccupante, soprattutto tra i giovani. «In questo scenario la riforma più scomoda è quella del mercato del lavoro perché ricade trasversalmente su tutti noi. L’obiettivo e far crescere l’occupazione e per farlo occorre che ci sia la necessaria flessibilità in ingresso». Risolvere questi problemi significa recuperare la credibilità internazionale, messa in discussione negli ultimi anni, rifuggendo il vittimismo.

TRE GRANDI CAMBIAMENTI – Riguardano i mercati, la tecnologia, la finanza. «Dobbiamo fare i conti con concorrenti nuovi e diversi». Non solo la Cina ma una intera costellazione di paesi: i cosiddetti Brics (Brasile, india, Cina e Sudafrica) e i Next Eleven (undici paesi emergenti: Bangladesh, Corea del Sud, Egitto, Filippine, Indonesia, Iran, Messico, Nigeria, Pakistan, Turchia, Vietnam), dove si sta spostando la dimensione manifatturiera. La tecnologia non riguarda solo l’automazione produttiva ma anche la tecnologia di comunicazione e relazione (ad esempio i social network).

IL MADE IN ITALY E’ PASSIONE
– Il brand-Paese è ancora un’arma vincente, non a caso è il terzo al mondo dopo Coca Cola e Visa. Una ricerca Kpmg ha evidenziato che gli stranieri lo associano non solo al gusto, all’estetica, alla bellezza, alla ricercatezza e all’originalità, ma anche alla passione che possediamo «in quantità industriale».

CRESCERE INSIEME E NEL MONDO – La chiusura di Brugnoli è dedicata al grande problema: l’economia italiana non cresce e ricette sicure non ce ne sono. «Le nostre imprese – dice il presidente di Univa – devono diventare più grandi, più solide finanziariamente, più competitive con ricerca e innovazione». Per crescere nel mondo «devono internazionalizzarsi. Faremo missioni secondo modalità nuove. Nei prossimi mesi visiteremo aziende varesine in Brasile e Cina per poi allargare nel tempo l’ambito di azione a Polonia, India, russia e Turchia».
In questo quadro è necessaria una crescita della finanza che deve dare credito «all’economia che genera valore», ma occorre anche una crescita dei cittadini che «devono riacquistare sicurezza nel sistema, fiducia nel futuro per rimettere in circolazione l’ottimismo. L’Italia è un Paese più maturo di quanto si pensi». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Maggio 2012
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