I lavoratori del polo chimico: “Senza Elcon sarà ancora peggio”

I dipendenti della Chemisol hanno portato le loro ragioni a favore dell'impianto di trattamento rifiuti: "Se non arrivano altre aziende sarà ancora peggio per l'ambiente perchè nessuno bonificherà"

Un po’ schiacciati tra il presidio dell’Assemblea popolare No Elcon e il comitato Valle Olona Respira ma c’erano anche loro, i lavoratori del polo chimico che hanno manifestato il loro sì a lavoro e salute all’interno del polo dove hanno passato molti anni della loro vita lavorativa. Davide Rasente, rsu Cgil dell’azienda multinazionale Chemisol che a Castellanza sta smantellando, ne è certo: «Solo mantenendo vivo il sito con la produzione è possibile tutelare anche la salute e l’ambiente – spiega – noi non siamo qui a dire che siamo a favore di Elcon e basta ma crediamo che se la conferenza dei servizi sostiene che l’impianto è compatibile, tutelando la salute delle persone, noi la Elcon la vogliamo». 

I lavoratori del polo chimico hanno mostrato i loro cartelli e hanno diffuso la loro posizione tramite un comunicato che chiede ai "no Elcon" di non prendere una posizione semplicistica sull’argomento: «Occorre uno sforzo – dicono – per far sì che non si tratti di una contrapposizione tra bianco e nero. Chiediamo solo di affrontare l’argomento in maniera realistica perchè tutti ripetono la stessa cosa: lavoro e ambiente non sono in contrasto, poi quando c’è da mettere in pratica questo assunto tutti si arroccano. Noi non vogliamo questo». 

All’interno del polo chimico, attualmente lavorano tre società che occupano in tutto 130 lavoratori. Una è la Chemisol che, con i suoi 40 lavoratori attualmente con contratto di solidarietà, rappresenta un terzo della forza lavoro del polo chimico, lo stesso che una volta dava lavoro a migliaia di persone. Gran parte dell’area è, attualmente, inattiva e sia Chemisol che Perstorp non hanno ancora messo mano alle bonifiche previste. Ad oggi è stata eseguita solo la caratterizzazione del terreno e l’analisi del rischio e in molti scommettono che la bonifica vera e propria non verrà mai realizzata. L’unico intervento concreto è quello sul controllo della falda acquifera mentre per il resto la situazione nell’area castellanzese è frutto dell’eredità delle aziende che dalla Montedison in poi si sono succedute.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Settembre 2012
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