Un’unica città se si vuole entrare nell’area metropolitana

Dal primo giro di opinioni in consiglio comunale prevale l'ipotesi di aggregazione con la città metropolitana di Milano ma solo se Busto, Legnano e Gallarate sapranno mettere da parte i campanilismi per contare di più

Il primo consiglio comunale aperto sul tema caldo del riordino delle province e sul destino di Busto Arsizio ha scaldato gli animi più di quanto ci si aspettasse. Merito di un paio di opinionisti, tra i sette che hanno parlato giovedì sera, capaci di attirare applausi e ire. I due interventi in questione sono stati quello del regista Gilberto Squizzato e quello del direttore di Rete55 Matteo Inzaghi che, portando opinioni sostanzialmente opposte, hanno messo un po’ di pepe ad una serata che si stava avvitando in un eccesso di tecnicismi. All’assise erano presenti anche i sindaci di Ferno e Cardano al Campo oltre al presidente del consiglio provinciale Luca Macchi.

Tecnici sono stati gli interventi dell’amministrativista Antonio Chierichetti, a lui l’onere di spiegare cosa dicono gli articoli 17 e 18 del decreto legge sulla spending review in merito all’argomento, quello dell’esperto di mobilità Arnaldo Baroffio, che ha auspicato un sistema di trasporto pubblico unificato nell’area Busto-Gallarate-Legnano-Castellanza, quello dell’architetto Giuseppe Magini che ha auspicato una maggiore collaborazione tra i 4 comuni dell’area vasta, quello del professor Liberto Losa che è giunto più o meno alle stesse conclusioni. Infine ha parlato anche il presidente di Legambiente Busto Arsizio Andrea Barcucci che ha parlato dei disservizi che stare nella provincia di Varese ha portato a Busto.

L’intervento di Gilberto Squizzato è stata una vera e propria frustrata ai bustocchi e al busto-pensierodominante: «Basta pensare in piccolo, basta pensare al proprio orticello – ha detto Squizzato – se vogliamo entrare nell’area metropolitana non possiamo farlo se non come un’unica città Malpensa che si estende dalle ultime propaggini dell’aeroporto fino alla Valle Olona e da Gallarate a Legnano. Un’unica municipalità per pesare di più in una Milano che altrimenti ci fagociterebbe come ha fatto con Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e, peggio ancora, Buccinasco, Rozzano e via dicendo, dove ormai la maggiore industria è quella della…la diciamo questa parola?». Squizzato non la dice ma a tutti viene n mente la ‘ndrangheta. L’intervento del regista si concentra anche sulla classe imprenditoriale e smonta il mito del "telaietto e del tubolare": «Oggi la produzione non è più materiale ma immateriale, prendiamo esempio dalla Silicon Valley». Il suo intervento è quello che ha ricevuto più applausi dal folto pubblico presente.

Di segno opposto, invece, quello di Matteo Inzaghi  che ha sottolineato le forti criticità che genererebbe l’ingresso di Busto nella città metropolitana: «Oggi Busto è importante perchè è inserita in un contesto come quello della provincia di Varese nella quale ha un rilievo che arricchisce sia i bustesi che il resto del territorio – spiega Inzaghi – se, invece, finirà nell’area metropolitana di Milano ne diverrà una nuova periferia nella quale si diluirà tutto il suo potenziale. Non mi dispiace, invece, l’idea di creare una provincia insubrica con Busto protagonista. Da quello che ho potuto leggere delle intenzioni del sindaco, però, l’orientamento è quello di allontanarsi da Varese». Piccata (a tratti rabbiosa) la reazione del sindaco Farioli: «Non hai letto quello che ho scritto e se lo hai fatto, rileggi con maggiore attenzione. E’ falso dire che io abbia preso posizione, allora qui di cosa stiamo parlando?». 
Il secondo consiglio comunale aperto, nel quale interverranno esponenti del mondo del lavoro (imprese e sindacato), oltre che dell’università, si terrà martedì 18 settembre ai Molini Marzoli dalle 20,30.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Settembre 2012
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