Vuole uccidere la ex e lo scrive in una lettera, arrestato

In una lettera all'amica della coppia un 36enne aveva confidato la decisione di compiere un omicidio-suicidio e le aveva inviato anche la foto per la tomba ma scatta la denuncia. Dopo tre mesi di latitanza è stato arrestato a Bari

L’ultimo atto lo aveva annunciato in una lettera all’amica della sua ex-fidanzata: «La ucciderò, poi la farò finita pure io. Quando sarà il momento apri la busta che contiene la foto di noi due per la nostra tomba». Così un ragazzo del ’76, di origini albanesi, aveva scritto all’amica della sua ex che di lui non voleva più saperne, un proposito che solo grazie alla tempestiva indagine della Procura di Busto Arsizio non si è realizzato. L’uomo è stato arrestato, dopo alcuni mesi di latitanza, pochi giorni fa a Bari, dove cercava un rifugio per sfuggire alla cattura. Le accuse a suo carico da parte del sostituto procuratore Francesca Parola (foto a destra) sono stalking, minaccia aggravata dall’uso di armi, sequestro di persona e ingiurie.

La brutta storia, per una giovane bustocca, è iniziata a gennaio quando aveva deciso di metterefine alla relazione con Dritan Visha a causa delle sue maniere troppo violente. Dritan, con una condanna definitiva sulle spalle per associazione a deliquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti da parte del tribunale di Brindisi, non ha accettato la separazione e ha cominciato a perseguitare la donna con una escalation crescente di violenza. Prima i messaggi via sms, poi quelli su facebook, i primi pedinamenti ai danni della giovane ex che voleva lasciarsi alle spalle quella brutta relazione. A maggio di quest’anno il primo vero segnale preoccupante di pericolo, lui la aspetta sotto casa e la ferisce con un coltello. La donna se la caverà con una leggera ferita ma nemmeno il tempo di riprendersi dallo shock che lui si presenta sul posto di lavoro e sequestra lei ed una collega sotto la minaccia di una pistola: "Torna con me o vi ammazzo a tutte e due" – aveva intimato e lei aveva cercato di blandirlo promettendogli di riprovarci; poi l’arrivo di un altro dipendente lo ha dissuaso dal continuare nel suo intento. 

Finalmente, dopo l’episodio del sequestro, la giovane decide di denunciarlo ai Carabinieri e partono le indagini. Nel frattempo a casa di un’altra amica di lei arriva la lettera che annuncia l’intenzione di commettere un omicidio-suicidio. Dal momento della denuncia (avvenuta a giugno) alla firma del mandato di arresto, da parte del giudice per le indagini preliminari Luca Labianca, passano solo tre giorni nei quali il magistrato sente tutte le testimonianze che possono inchiodare Visha alle sue responsabilità. Un lasso di tempo brevissimo che, però, è sufficiente a far capire all’uomo che ha le ore contate, forse anche perchè avvisato da qualcuno. Di Dritan Visha si perdono le tracce e, proprio quando il pm sta per richiedere un mandato di cattura internazionale pensando si fosse rifugiato in Albania, eccolo spuntare a Bari dove viene arrestato immediatamente dai Carabinieri e portato in carcere. Ieri il gip di Bari lo ha già interrogato confermando la misura di custodia cautelare in carcere.

La replica del difensore di Visha.

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Pubblicato il 20 Settembre 2012
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