Confindustria: “Pedemontana, la luce in fondo al tunnel”
Visita sul cantiere dell'autostrada Varese-Bergamo da parte di una delegazione dei giovani industriali. I vertici di Cal e Pedemontana rassicurano: "Siamo al 40% della tratta A e stiamo risolvendo i problemi finanziari"
Vedere la luce in fondo al tunnel. Questo lo slogan scelto dai giovani di Confindustria Lombardia per la visita che si è svolta ieri mattina, mercoledì, al cantiere di Pedemontana di Solbiate Olona. L’incontro tra il presidente Stefano Poliani con i vertici di Pedemontana, l’assessore Raffaele Cattaneo e le maestranze del cantiere è avvenuto proprio in una delle tante gallerie che caratterizzano la tratta A dell’autostrada in costruzione tra Varese e Bergamo: «Abbiamo scelto questo luogo perchè è altamente simbolico – ha detto Poliani – in un momento buio per l’economia è importante sapere e vedere con i propri occhi che si stanno realizzando importanti investimenti per uscire dalla crisi, uscire dal tunnel appunto».
Il presidente di Pedemontana Salvatore Lombardo ha presentato alcuni dati sui cantieri aperti e sulla situazione finanziaria della società: «Grazie a questi cantieri stanno lavorando 700 imprese che impiegano oltre 1000 lavoratori – spiega Lombardo – l’avanzamento lavori sulla tratta Cassano-Turate è al 40% del totale e la tabella di marcia è rispettata mentre qualche ritardo si è verificato sui cantieri delle due tangenziali. Voglio ringraziare le banche italiane che, a differenza di quelle europee, hanno confermato il loro sostegno e sono fiducioso sull’atteso closing finanziario che permetterà di sbloccare il prestito principale. Attualmente stiamo utilizzando il contributo pubblico». L’amministratore delegato di Pedelombarda Meistro ha confermato lo stato di avanzamento lavori al 40% e ha annunciato che entro febbraio sarà completato lo scavo del tunnel da 450 metri, attualmente giunto a 330 metri di lunghezza.
L’assessore alle infrastrutture lombardo Raffaele Cattaneo: «Abbiamo superato rapidamente importanti criticità come la crisi della Italtunnel a Gazzada e i problemi di investimento finanziario – ha subito ricordato l’assessore che poi si è soffermato sul dato economico – la parte di finanziamento pubblico è di 1,2 miliardi ma gli altri 9 deono arrivare dai privati. Occorre trovare i soci che mettano il capitale e che investano su un’infrastruttura che permette anche un buon tasso di rendimento, calcolato intorno al 10%». Poi ha specificato che il piano finanziario richiesto dalle banche prevede 537 milioni di euro di capitale sociale. Per quanto rguarda la seconda tratta tutti rassicurano: «Siamo ai progetti esecutivi che a breve verranno verificati – fa sapere Lombardo – Per partire non servirà attendere il closing finanziario ma abbiamo qualche ritardo dovuto alla richiesta del consorzio Strabag nella presentazione dei progetti. Certamente tutto sarà calibrato in base alle risorse ma l’obiettivo è partire entro quest’anno».
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