Grazie alla “talpa” un fiume di coca dal sud America, 4 arresti

Procura e Guardia di Finanza hanno presentato i risultati di un'indagine sul traffico internazionale di stupefacenti dall'aeroporto lombardo. Grazie ad un addetto Sea compiacente stavano organizzando un carico da 70 kg di coca purissima

Tutto è partito da una valigia “fiutata” da Terry, il pastore tedesco della Guardia di Finanza di Malpensa, con all’interno 45 kg di cocaina pura individuata nell’area di smistamento bagagli dell’aeroporto varesino nel settembre del 2011. Immediatamente i militari hanno capito che dietro quella valigia imbottita di stupefacente ci doveva essere un’organizzazione criminale di un certo rilievo e immediate sono scattate le indagini in collaborazione con il magistrato Raffaella Zappatini della Procura della Repubblica di Busto Arsizio.

Le indagini, durate circa un anno, sono state condotte avvalendosi di ogni mezzo di ricerca della prova per concentrarsi, infine, sugli accertamenti bancari e patrimoniali. Si sospettava la presenza di una “talpa” all’interno dell’aeroporto, e tali sospetti si concentravano su Daniele Salatino, un operatore aeroportuale con mansioni di carico e scarico bagagli di 44 anni. Era lui ad assicurare all’organizzazione il passaggio dei bagagli contenenti droga e provenienti dal centro-America.
Risalendo la catena di comando che stava alle spalle di Salatino Procura e Fiamme Gialle sono riusciti a ricostruire l’organizzazione criminale della quale facevano parte, oltre al citato Salatino, altri 3 soggetti, tra i quali anche la compagna dell’operatore stesso, Donatella Pellegrino, di origini calabresi.

La coppia facevano riferimento a Vincenzo Bruzzese di anni 30, anch’egli di origini calabresi con precedenti penali specifici ed a Giovanni Angelo Santamaria, poco più che ventenne, incensurato e con il ruolo di collaboratore del Bruzzese. Era proprio Bruzzese ad organizzare l’arrivo dello stupefacente mantenendo i contatti con i trafficanti caraibici mentre Salatino, coadiuvato dalla Pellegrino, si preoccupava di farla uscire dall’aeroporto e Santamaria di consegnarla ad organizzazioni criminali che probabilmente provvedevano al taglio ad allo smercio della sostanza.

La stretta finale è partita quando gli investigatori hanno appreso che l’organizzazione si apprestava a far arrivare su Malpensa ulteriori 70 Kg di cocaina in due tranches: la prima di circa 20 Kg e la seconda di circa 50 Kg. Così, quando si è avuta la certezza dell’arrivo della prima valigia, gli inquirenti hanno organizzato un articolato dispositivo di monitoraggio e controllo, avvalendosi anche della fattiva collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, della Polizia di Stato e della SEA Security. Quando, poi, l’operatore aeroportuale, sentitosi al sicuro presso la propria abitazione, ha chiamato i suoi complici per consegnare la valigia con circa 20 Kg di cocaina, i finanzieri hanno circondato il fabbricato, arrestando i quattro malviventi e sequestrando la droga. 

Il risultato finale dell’indagine è di tutto rispetto, com’è stato sottolineato questa mattina (venerdì) nel corso di una conferenza stampa alla presenza del comandante proviciale della Guardia di Finanza Antonio Morelli, del procuratore capo di Busto Eugenio Fusco e dei vertici di Agenzia delle Dogane e Sea Security: 67 i chili di droga sequestrati risultata pura al 94,4%, 4 gli arresti. Proprio durante la conferenza stampa è stato sottolineato il grado di purezza della sostanza che, nei successivi “tagli” con altre sostanze, poteva essere addirittura triplicata nella quantità e fruttare oltre dieci milioni di euro nello spaccio al dettaglio.

Le indagini bancarie e patrimoniali, svolte dalla Guardia di Finanza di Malpensa nei mesi successivi, hanno permesso di accertare che parte del denaro frutto dell’attività criminale era stato reinvestito nell’acquisto di una villa sita in Olgiate Olona del valore di oltre mezzo milione di euro, che è stata sequestrata con ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Busto lo scorso 2 ottobre.

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Pubblicato il 05 Ottobre 2012
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