Mobilità sostenibile: ecco il manager… a pedali

Ovvero: Michele Giavini spiega come muoversi in libertà con una bicicletta pieghevole e il treno

Mobilità sostenibile? Parole al vento, per molti. Ma non per tutti: c’è chi prende il concetto sul serio e, una volta voluta la bicicletta, pedala senza bisogno di farselo dire. Michele Giavini (foto), socio fondatore di Ars Ambiente srl e consulente della Provincia di Varese per la gestione dei rifiuti, ha fatto da qualche settimana una scelta radicale, grazie ad uno strumento di trasporto che coniuga tradizione e praticità: una modernissima bicicletta pieghevole in alluminio da neppure otto chili. "Avevo di fronte una scelta: o cambiare automobile, passando dal diesel ad un’auto a metano o Gpl, anche per risparmiare sul carburante, oppure passare direttamente all’uso della bicicletta e del treno". Sì, perchè Giavini abita a Casalzuigno in Valcuvia (in una casa costruita con criteri ecologici, e che da sola meriterebbe un articolo a parte, ndr) e ha l’ufficio a Busto Arsizio, oltre ad essere un habitué di Villa Recalcati. "Muoversi in tempi ragionevoli è possibile anche senza l’automobile, a patto di pianificare in precedenza gli appuntamenti. Secondo me, per due terzi dell’anno si può muoversi in questo modo: quando non piove, non fa troppo freddo o troppo caldo" sostiene Giavini.

Ma vediamo una giornata tipo del nostro "manager a pedali": da Casalzuigno alla stazione FNM di Cittiglio con la bici, da qui a Varese, poi in bici a Villa Recalcati. Dalla sede della provincia di nuovo in stazione, questa volta delle FS, per raggiungere Busto Arsizio e, pestando sui pedali, i Molini Marzoli dove ha attualmente la sua sede Ars Ambiente. Complicato? Meno di quanto sembra: una bici pieghevole ha i suoi vantaggi. "A prima vista non si direbbe, eppure è comodissima. Il telaio si sblocca e si piega in pochi secondi, ha i pedali smontabili e anche il manubrio, naturalmente, può essere ripiegato. Il tutto, poi, si mette in una sacca che misura all’incirca, 80x65x30 cm e si può portare comodamente a tracolla… e senza pagare il sovrapprezzo ferroviario, perchè, per quanto ne sa il controllore, dentro quella sacca potrebbe esserci un contrabbasso… In più la sacca, quando si pedala, fa pure da zaino o da marsupio". Una scelta di questo tipo, per quanto faticosa, fa risparmiare, rileva Giavini: "In auto si spendono, calcolando tutto, 33 centesimi al chilometro. Uno come me, che fa 100 km al giorno, con bici e treno spende 4 euro al giorno o giù di lì anziché i 33 dell’auto". Il discorso fila. "Così sono andato su EBay (il più noto sito di aste online, ndr) e mi sono procurato una di queste biciclette, usata ma in realtà seminuova. In una settimana, con il corriere espresso, mi è arrivata dall’Inghilterra": Il costo di una di queste biciclette pieghevoli in alluminio è di circa 1300 euro; quelle in acciaio, più pesanti (undici-dodici chili) ne costano appena 300. A produrle sono due ditte in particolare, l’italiana Straffic e l’americana Dahon.

E i clienti che si vedono arrivare il consulente in bicicletta? "Reagiscono bene, tanto più che essendo pieghevole, il mio mezzo finisce tranquillamente in bagagliaio se c’è proprio bisogno di trasferirsi in fretta da qualche parte. Di certo è qualcosa che li incuriosisce". E se può spostarsi così Michele, che fa avanti e indietro per la provincia, non si vede perchè l’esempio non possa essere seguito da chi ha molta meno strada da fare.

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Pubblicato il 26 Ottobre 2005
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