Trenta chilometri di tubi all’amianto nell’acquedotto comunale

Alcuni lavori provocano rotture delle tubazioni, denuncia Valerio Mariani (Margherita). L'amianto tuttavia sarebbe pericoloso solo se esposto all'aria a sfaldarsi; allarme rientrato, ma la guardia resta alta

Fra i temi dibattuti giovedì scorso in Consiglio comunale ve ne è uno che ha destato inizialmente un certo allarme, poi ridimensionato. Si tratta comunque di una situazione da tenere sotto controllo. Il capogruppo della Margherita Valerio Mariani (nella foto) aveva presentato un’interrogazione a seguito di un episodio in cui, il 21 ottobre scorso, durante lavori sulle fognature in via del Lavoro a Sacconago, una ruspa aveva rotto una tubatura dell’acquedotto comunale, poi risultata di Eternit, materiale pericolosissimo per la salute, ma solo se esposto all’aria e lasciato frammentare (le microscaglie d’amianto disperse in aria ed inspirate provocano il mesotelioma pleurico, un micidiale tumore, ndr). Inoltre, in interviste rilasciate quel giorno ad una tv locale, gli abitanti della zona avevano riferito che le tubazioni rotte erano state semplicemente seppellite senza altri interventi, mentre Agesp aveva parlato di "situazione sotto controllo".

Da qui l’interessamento del consigliere per chiedere a Giunta e Sindaco di imporre ad Agesp una mappatura completa delle tubazioni in Eternit esistenti all’interno degli acquedotti cittadini. Il sindaco Rosa, quale primo responsabile della salute dei cittadini, ribadiva che l’acqua di Busto Arsizio è sicura e controllata e che non vi sono rischi di nessun tipo: l’amianto infatto è micidiale se disperso nell’aria, ma non vi è prova che sia dannoso in acqua (in tal caso non va infatti a colpire i polmoni). Si scopriva però che dei 316 chilometri complessivi di tubazioni degli acquesotti cittadini, circa il 10 per cento, cioè più di 30 chilometri, sono in amianto. Dopo l’amara osservazione di Corrado (Rifondazione) sul fatto che il suo gruppo consiliare aveva da tempo richiesto un monitoraggio complessivo dell’amianto ricevendo parere negativo dal Consiglio comunale, iniziavano le domande preoccupate dell’opposizione. "Quanto costerà sostitutire tutti questi tubi in amianto?" chiedeva Berteotti, mentre di "questione di gravità inaudita" parlava il capogruppo progressista Grandi, salvo venire tacciato di procurato allarme. Giunta e maggioranza, ripetevano che rischi immediati non ve ne sono: "è giusto tuttavia che chi rompe le tubazioni paghi" commentava il Sindaco. La sostituzione delle tubature in amianto proseguirà, con tutte le cautele del caso previste dalla legge. Grandi ne calcolava il costo complessivo in oltre trenta miliardi di vecchie lire, chiedendosi quali effetti potesse avere un eventuale intervento d’urgenza per rimpiazzare queste tubazioni risalenti a trent’anni fa ed oltre. Ora si prospetta un controllo più rigido sui lavori stradali che comportino scavi – essendo numerosi e frequenti, non sempre è possibile accertare sul momento ogni errore compiuto – mentre la sostituzione delle tubazioni in Eternit diventerà probabilmente una voce di spesa prioritaria, anche se non urgente.

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Pubblicato il 17 Novembre 2005
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