«Busto Arsizio come Cannes? È possibile»
Il tre volte premio Oscar Vittorio Storaro in città per presentare la supergiuria della prossima edizione del Baff composta da ben sei premi Oscar
Il mago delle luci di Apocalypse Now, il compositore de La vita è bella, la costumista de L’età dell’innocenza, lo scenografo e il montatore de L’ultimo imperatore, nonché l’artigiano per eccellenza degli effetti speciali di E.T. e Alien. Tutti insieme per comporre la super giuria del prossimo B.A. Film Festival. Nell’ordine: Vittorio Storaro, Nicola Piovani, Gabriella Pescucci, Gabriella Cristiani, Osvaldo Desideri, Carlo Rambaldi. Sei personaggi accomunati da un’unica particolarità: hanno tutti vinto almeno un Oscar e dal fine marzo ai primi di aprile saranno a Busto Arsizio per la quarta edizione de festival del cinema, ormai divenuto di fama nazionale. Francesco Alberoni, presidente della Scuola Nazionale di Cinema, che presiederà la Giuria.
Storaro, mago delle luci, era presente questa mattina a Busto Arsizio per la presentazione della giuria e della mostra a lui dedicata. Tre volte Oscar per la migliore fotografia con Apocalypse Now di Francis Ford Coppola (1979), L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (1987) e Dick Tracy di Warren Beatty (1990), alla Sala Giunta di Palazzo Gilardoni, è sta presentata l’importante Giuria del Busto Arsizio Film Festival.
”Scrivere con la luce” è invece il titolo della mostra fotografica dedicata all’opera di Storaro che si svolgerà nello spazio espositivo del PalaBandera. Come spiega lo stesso Storaro, la mostra vedrà muoversi di pari passo il lavoro fotografico del maestro con la sua riflessione culturale e filosofica raccolta negli ultimi trent’anni in tre volumi, una vera "summa" del pensiero di artisti e pensatori sui temi della luce, del colore, dell’immagine. La mostra è dedicata ai ragazzi delle scuole superiori, in particolare ai ragazzi dell’Artistico che avranno modo di confrontarsi con questo "mostro sacro" del cinema.
«La fotografia identifica una singola immagine, un po’ come la pittura – ha dichiarato Storaro durante la presentazione -. Il cinema vi aggiunge l’equivalente della letteratura con la parola, e l’equivalente della musica con il ritmo, quando non la musica stessa con la colonna sonora: è come un’orchestra in cui si devono fondere sapientemente più strumenti. Per questo il mio lavoro deve procedere in armonia con la volontà del regista, che è un po’ il direttore d’orchestra: e sbagliava chi diceva che non è autore chi non si scrive le sue sceneggiature, maestri come Fellini o De Sica spesso dirigevano con un tocco personale storie scritte da altri per loro». Parole frutto indubbiamente di una lunga esperienza: «Tutte queste nozioni io le ho apprese sul campo, perchè la formazione nel nostro campo, sfortunatamente, è ancora molto tecnica, e la cultura si costruisce nel tempo. Mi fa piacere essere qui, soprattutto per la mostra che allestirà la Fondazione Bandera (oggi Storaro ha compiuto dei sopralluoghi, ndr), che mi permetterà di trasmettere la mia esperienza, la mia ricerca, ai giovani che la continueranno domani».
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