Lega battuta sulla fusione Agesp-Amsc

La delibera proposta dai consiglieri di Forza Italia Crespi e Genoni passa con l'astensione determinante del centrosinistra

La fusione Agesp-Amsc si farà, nonostante il parere contrario degli uffici comunali e della Lega. Così ha deciso ieri sera il Consiglio comunale di Busto Arsizio dopo una discussione dai toni pacati ma nella quale sono emerse significative spaccature all’interno della maggioranza, con la Lega contraria al provvedimento sulla base del parere tecnico negativo espresso dal direttore di settore degli uffici comunali Giuseppe Urso.

A complicare la questione oltre misura era intervenuta una recente sentenza del Consiglio di Stato, datata 7 novembre, che rendeva "non più premiante nè quindi necessaria", come è stato sottolineato, l’aggregazione societaria. I proponenti riferivano, spalleggiati in ciò da Nino Pellegatta di AN, che le norme contenute nella Finanziaria 2006, di prossima approvazione, rovescerebbero la situazione tornando a giusificare la manovra. Una battaglia politico-economica quella combattuta ieri sera in aula, e per mesi in precedenza: l’aggregazione Agesp-Amsc è quanto resta, al momento, del più ampio progetto di fusione tra i gestori di servizi pubblici di Gallarate, Varese e Busto in Prealpi Servizi, poi trasformata in Prealpi Gestioni. Le perplessità della varesina Aspem, che prima di aderire al progetto si è concessa una pausa di riflessione e ha richiesto una perizia giudiziaria circa il proprio valore finanziario come società, hanno portato ad una "accelerazione a due" tra Busto e Gallarate, per la serie "cominciamo noi, poi si vedrà".

Uno dei punti controversi è che una delibera di tale capitale importanza non è stata firmata dalla Giunta, ma da due consiglieri della maggioranza, e specificamente di Forza Italia, il capogruppo Paolo Genoni e Mario Crespi. Lo ha fatto notare con toni indignati Valerio Mariani della Margherita, osservando che per l’ennesima volta "il Consiglio comunale si deve assumere responsabilità che la Giunta non vuole assumersi: qui servono scelte radicali, si renda al più presto la parola agli elettori". Essendo la gallaratese Amsc presieduta da Nino Caianiello, ex coordinatore provinciale degli "azzurri", Forza Italia ha un chiaro interesse politico a giungere a questa aggregazione; ma anche il centrosinistra (Progressisti e Margherita) non ha espresso alcuna contrarietà di principio al di là di qualche perplessità di metodo, e la sua astensione al voto si è rivelata determinante, data la risoluta contrarietà della Lega Nord al provvedimento.

A supportare il "niet" del Carroccio vi era il citato parere tecnico del dirigente comunale Urso, che identificava tre punti critici nel provvedimento: incompetenza del consiglio comunale, carenza di istruttoria, carenza di motivazioni, tali da rendere a suo dire inevitabile un parere negativo sulla delibera. Per Anzini (Lega) "la sensazione è che si svenda Agesp fondendola con una società le cui leve sono in mano altrui": da qui la richiesta, vana, di ritirare la proposta di delibera. "Non svendiamo, Busto non piegherà la testa nè di fronte a Varese nè di fronte a Gallarate" si affrettava a smentire Gigi Farioli. Per Corrado (Rifondazione) la fusione non era che "due pulci che si mettono insieme"; il capogruppo comunista ricordava che spesso non è necessaria la maggioranza assoluta dei pacchetti azionari per controllare, di fatto, una società. Ma neppure questo è bastato, ed al voto Forza Italia, An, Udc e Audio Porfidio (gruppo la Voce della Città) hanno votato a favore, con la contrarietà di Lega e Rifondazione Comunista e l’astensione del centrosinistra.

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Pubblicato il 21 Dicembre 2005
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