Invasione di mosche, l’Asl scrive ai Comuni

Suggerimenti per affrontare l'esplosione della popolazione di insetti, favorita dal ritorno del caldo: disinfestare va bene, ma solo dopo aver adottato le giuste misure di igiene e prevenzione

Un ronzio si aggira per l’Alto Milanese come uno spettro inafferrabile: è quello delle mosche, che da qualche giorno sono tornate all’assalto più moleste e numerose che mai, in particolare in Valle Olona, ma anche in città a Busto. Si pensava che la guerra alle mosche fosse una cosa del passato, ma a volte il passato non vuole passare e la natura si prende le sue rivincite sulle violenze che l’uomo le infligge; così in molti si sono ritrovati a sventolare giornali e frustini per liberarsi dagli insetti, già protagonisti di altre localizzate esplosioni negli anni scorsi.

Circa il problema attuale, l’Asl ha indirizzato oggi stesso una lettera ai sindaci in cui ricapitola le caratteristiche della mosca domestica, insetto che vive da un mese a 50 giorni nella sua forma adulta, attraversando in precedenza varie fasi, dall’uovo ai tre stadi larvali fino a quello di pupa, in un tempo che in estate e con temperature sui 30° può arrivare ad appena 10 giorni. La riproduzione, particolarmente intensa in questi giorni in cui il caldo torna a farsi sentire, avviene sfruttando per il nutrimento delle larve (vermi) materiale organico in disfacimento o putrefazione, sia esso vegetale od animale – quest’ultimo viene sistematicamente preferito, comunque. Importanti elementi introdotti dall’uomo e che favoriscono la proliferazione degli insetti sono la presenza di deiezioni animali (stalle, pollai, concimaie) e di immondezzai.

Le mosche sono molto sensibili alle condizioni ambientali: le si ritrova in quantità considerevoli solo in periodi caldi o perlomeno tiepidi (da aprile ad ottobre) ed asciutti; soffrono inoltre la presenza del vento. Per combatterle, l’Asl invoca non un singolo intervento, ma una serie di misure integrate atte a ridurne la proliferazione. Prima di tutto, si legge nel testo inviato ai Comuni, "è fondamentale una corretta gestione dell’igiene del territorio e dell’aggregato urbano", a partire dalla pulizia degli spazi pubblici, alla frequenza di raccolta dei rifiuti organici, da accrescere, se opportuno, nei mesi più caldi; la pulizia e manutenzione di cassonetti, mezzi motorizzati ed aree impiegate per la raccolta dei rifiuti; e ancora normali misure di igiene domestica, la pulizia dei terreni incolti, il controllo degli infestanti là dove si producono o commerciano alimenti, suscettibili di essere attaccati da larve in condizioni di confezione o conservazione non corrette.

Circa la corretta gestione dei liquami e rifiuti prodotti dall’allevamento
(con particolare riferimento, nella nostra zona, a quello avicolo, ndr), prima di ricorrere ad insetticidi che potebbero colpire indiscriminatamente anche possibili predatori delle larve, l’Asl raccomanda di coprire in estate con teli di plastica le masse di letame, producendo in tal modo temperature eccessive (oltre i 45 gradi) per la maturazione delle uova; in inverno basterà rivoltare il letame con mezzi meccanici, esponendo in tal modo le larve a temperature che per loro risultano troppo basse.

Gli interventi di disinfestazione, scrive l’Asl, si possono intraprendere solo in seguito, a valle delle misure di prevenzione citate in precedenza. Per la lotta integrata si propone il possibile uso di insetticidi specifici contro le larve e gli adulti (in aprticolare le prime), della classica carta moschicida e delle zanzariere in caso di infestazione particolarmente intensa e fastidiosa per le utenze domestiche. Ma soprattutto, servono educazione sanitaria e sensibilizzazione dei cittadini, che l’Asl si dichiara pronta e disponibile a promuovere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Settembre 2006
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