La Fondazione Sanitaria Malpensa? Solo un’idea (per ora)

Lunga discussione in Consiglio comunale in seguito alla richiesta di chiarimenti di Corrado (Rifondazione); approvata all'unanimità una risoluzione per riportare a Busto il corso di laurea in scienze infermieristiche

La Fondazione Sanitaria Malpensa, progetto caro al sindaco Farioli che lo lanciò con enfasi in campagna elettorale, è stata l’argomento principe (anche se non l’unico) della seduta del Consiglio comunale tenutasi giovedì sera. La discussione in materia di sanità si è artiolata intorno a due punti correlati dell’ordine del giorno: una risoluzione dei consiglieri di Forza Italia Genoni e Farhanghi, approvata all’unanimità dall’aula, che mirava ad impegnare la Giunta affinchè si cerchi di riportare presso l’ospedale di Busto il corso di laurea in scienze infermieristiche, di recente "tagliato" dall’UnInsubria, e un’interrogazione di Antonello Corrado (Rifondazione) per sapere quali siano stati gli sviluppi della prevista Fondazione.

Non sono mancate le sorprese. Ad esempio Genoni, dopo aver riferito del "grido di dolore levatosi dall’ospedale" dopo aver perso il corso di laurea per infermieri, ha criticato l’impostazione aziendalista della riforma sanitaria lombarda. "Non si taglia il cordone ombelicale fra un ospedale e la sua città, la sua gente" ha osservato Genoni, di professione medico. "Ha senso dialogare ancora con un’università come l’Insubria, sempre più arroccata sul binomio Varese-Como? Al limite, mettiamoci in proprio": come a dire, apriamoci una nostra università se necessario.

Il sindaco Farioli ribatteva che l’aziendalizzazione della sanità è un tema figlio degli anni ’90 e di una gestione del settore che si era fatta partitocratica (come se oggi sfuggisse a queste logiche, ndr). Il primo cittadino, con i toni appassionati che gli sono propri, ha descritto la progressiva "perdita di autorevolezza" e le "continue sconfitte" dell’ospedale cittadino: da qui la sottrazione due anni fa del corso di fisioterapia, e ora quella del corso di scienze infermieristiche. Sempre da qui la necessità, a detta di Farioli, di creare una grande Fondazione sanitaria sull’asse Gallarate-Busto per contenere l’ascesa dei poli ospedalieri "rivali" di Varese e Legnano – "non possiamo accettare che il nostro ospedale si riduca a un poliambulatorio". Corrado insisteva per conoscere la forma che la Fondazione assumerà, in assenza di ogni documento scritto: "attendo sviluppi, per ora vedo solo buoni propositi". Su tutto aleggiava il fantasma dell’assessore-meteora alla sanità Angelo Carenzi, nominato e revocato in ventiquattr’ore durante la convulsa mischia per le poltrone fra i partiti del centrodestra, e quindi indicato (a voce, incarico non formalizzato) come responsabile dell’organizzazione della futura Fondazione. E quando l’ex sindaco Rosa lo evocava, definendo "ridicola" la vicenda della sua nomina con siluramento-lampo, e aggiungendo che "con la Fondazione sanitaria Malpensa non avremo più nemmeno l’ospedale di Busto…" il sindaco stizzito gli rispondeva di guardarsi allo specchio.

Nel centrosinistra le idee sulla Fondazione sono divergenti: da un lato Erica D’Adda (Ulivo) non poneva pregiudiziali, pur chiedendo che il consiglio in futuro non venga posto di fronte a "soluzioni a scatola chiusa"; dall’altro un non consigliere come Cosimo Cerardi del PdCI, che in un "fuori onda" con i cronisti ribadiva: "La Fondazione è l’anticamera della privatizzazione". Una posizione che, lungi dall’essere individuale, sintetizza quella di tutta la sinistra radicale, non solo a Busto ma da un capo all’altro della Lombardia.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Settembre 2006
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