Scalo intermodale di Sacconago, che fare?

La discussione nell'ultimo consiglio comunale sull'opera, prevista già nel piano regolatore del 1975. Farioli assicura: "Il Comune sarà coinvolto". Preoccupazione per l'impatto del traffico pesante

Il terzo punto principale discusso giovedì scorso dal consiglio comunale ha riguardato il previsto scalo intermodale merci di Sacconago sulla linea ferroviaria Novara-Saronno. Se ne è parlato di aula a seguito di un’interrogazione presentata dal consigliere Antonello Corrado di Rifondazione Comunista per conoscere la situazione del relativo iter burocratico.

Nel rispondere a Corrado, l’assessore Giampiero Reguzzoni ha rimarcato che la partecipazione del Comune è ancora da definire, l’opera essendo stata decisa mentre Busto era commissariata e attendeva il voto amministrativo. Progetto e lavori spetteranno al settore ingegneria delle Ferrovie Nord, mentre la Regione si è impegnata a cercare finanziamenti per l’opera dall’Unione Europea.

"Il terminal era previsto fin dal piano regolatore del 1975" ha aggiunto Reguzzoni. Corrado rilevava che l’opera "non fa certo il bene della città: è vero che le merci arrivano su ferro, ma poi si muovono su camion, e viceversa": la preoccupazione è per il prevedibile aumento del traffico locale di mezzi pesanti che la presenza dello scalo inevitabilmente determinerà. Paradosso di strutture studiate per togliere camion dalle autostrade di lunga percorrenze, riducendo in tal modo l’inquinamento.

Il sindaco Farioli ribadiva che il coinvolgimento del Comune è "essenziale", a tacitare i timori che l’opera venga "calata dall’alto" su Busto, un po’ come Malpensa è stata calata dall’alto sul Varesotto. "L’opera era prevista già dal ’75, inserita dall’82 in un Piano trasporti regionale, che identificava l’area della futura zona industriale per installarvi un centro di interscambio merci". Date la cui distanza nel passato dà molto da pensare circa la celerità dei tempi della politica. "Al momento c’è solo l’accordo di programma fra le Nord e la Provincia" sintetizzava Farioli; "alla Provincia ne ho proposto uno che prevede il coinvolgimento del Comune di Busto. Lo scalo intermodale è un’opera di sviluppo sostenibile" concludeva il sindaco: il difficile sarà farlo capire ai sinaghini, se e quando dovessero opporsi.

Infatti c’è chi, forte di una certa esperienza in materia, è già pronto a sostenere il potenziale "fronte del no": l’ex sindaco Rosa ricordava che l’opera attirerà centinaia e centinaia di camion al giorno, in una zona peraltro remota e non collegata alle autostrade. Manca ancora una tangenziale ovest per Busto, necessaria in quest’ottica e già rigettata in passato dalla protesta dei residenti dei quartieri interessati; l’alternativa è tra farla passare a un tiro di schioppo dalle case – opzione come si è visto già bocciata – o devastare e aprire all’edilizia gli ultimissimi scampoli di terreno agricolo e boschivo del Comune. Scelte da mal di testa. Un’altra alternativa è riversare il traffico pesante sulla statale 527 per Lonate, e da lì sulla prevista bretella Samarate-superstrada della Malpensa, o sulla futura Malpensa-Boffalora.

Tornando alla discussione in consiglio, vi era infine la questione, ricordata da Berteotti (Margherita), del cantiere misteriosamente apparso a fine luglio e che in un primo momento si era pensato fosse un avvio "fantasma" dei lavori per lo scalo. Una nota conclusiva divertente è stata introdotta da Bottini (Forza Italia) che, liquidando la vicenda, rilanciata in quei giorni da Varesenews, ha spiegato come sul posto una bambina gli avesse spiegato di cosa si trattava (completamento della linea Saronno-Malpensa). Non si può certo dire che a Busto i cittadini non siano informati circa le opere pubbliche, quando ne sanno più degli stessi consiglieri…

 

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Pubblicato il 20 Settembre 2006
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