“L’Alto Milanese non vuole ridursi ad hinterland”

Se ne è discusso a Castellanza alla presentazione di Altomilanese in rete. Scopo dell'associazione: porre le basi per l'unità morale e politica di un territorio oggi diviso

La città metropolitana avanza, lenta e inesorabile, e minaccia di ingoiare l’hinterland fino a Malpensa: Altomilanese in Rete stringe l’armatura e cerca di correre ai ripari finchè si è in tempo. Questo, in sintesi, il senso di un incontro tenutosi ieri sera a Castellanza presso la nuova biblioteca per lanciare una nuova fase in cui Altomilanese in Rete, da "semplice" sito di informazione e riflessione sui fatti locali, si fa associazione vocata ad "unire i campanili" di un territorio innaturalmente diviso da confini aministrativi arbitrari, da molto tempo non più rispodnenti alla realtà dei fatti.

Dopo un’introduzione e cura del presidente Alberto Centinaio, hanno relazionato Celso Costantini circa storia e radici del territorio altomilanese, Walter Picco Bellazzi sul quadro legislativo delle città metropolitane, Alessandro Berteotti e Stefano Quaglia sulle prospettive di lavoro dell’associazione. Moderatore della serata, e del dibattito conclusivo, era Francesco Chiavarini.

Dai commenti dei partecipanti emerge chiatra la preoccupazione per la prospettiva di essere inglobati dalla città metropolitana milanese, ente territoriale previsto sulla carta, ma non ancora attuato, che è comunque in fase di rilancio soprattutto da parte della provincia di Milano. Il rischio è quello di vedere Comuni come Legnano, e in prospettiva tutta l’area fino all’exclave milanese di Malpensa, essere ridotti a muncipalità private di molte competenze ed autonomie, semplici ingranaggi periferici di una macchina mossa dal capoluogo.

"Non vogliamo essere ridotti a hinterland, a dormitorio e magazzino della metropoli; il nostro obiettivo oggi non è quello di chiedere di costituire l’ennesima provincia", spiega Celso Costantini, "bensì di ricostruire un’identità comune del territorio che gravita sulla trinità Gallarate-Busto-Legnano – con l’inclusione, perchè no, di Saronno" (ove varie voci ultimamente si sono levate a chiedere una provincia autonoma, ndr). Un territorio unito da valori e storia comuni, da una comune vocazione industriale e commerciale, divenuta oggi di servizio e tecnico-logistica, ma diviso fra due province, con risultati talora grotteschi in termini di mancanza di comunicazione.

Anche Alessandro Berteotti riconosce che "creare una nuova provincia non sembra al momento la via più opportuna e praticabile per affrontare i problemi comuni. Basti pensare alle difficoltà che attendono le neonate province di Monza, o quelle sarde: non avranno neppure i fondi per le Prefetture…" Segno certo che prima o po si dovrà affrontare il nodo degli enti locali e dei loro costi sempre meno sostenibili, se necessario rivedendo radicalmente i ruoli di comuni e province come sono strutturati oggi. Ma Altomilanese in rete ha obiettivi meno ambiziosi e più immediati: "Cerchiamo di lavorare dal basso allargando la nostra rete e ‘catturando’ tutta una serie di persone, gruppi, associazioni per metterli a lavorare insieme prima che sia troppo tardi. Guardate solo che fine ha fatto un presidio importante come la Cisl Ticino-Olona, che identificava chiaramente il nostro territorio: sciolta e assorbita in quella varesina. È evidente che oggi qualcosa non va: Varese dice x, Milano dice y, e nel frattempo, per dire, Castellanza e Legnano non si parlano". Soluzioni? "Si può ragionare sull’idea di un comprensorio interprovinciale, dal punto di vista delle istituzioni. In ogni caso dovrà essere comunque una base culturale e una rete di relazioni a dar forma all’Alto Milanese".

Cosa farà da grande Altomilanese in Rete? "Non vogliamo certo limitarci alla classica associaizone che si limita ad incamerare la quota versata dai soci" afferma Berteotti. "Abbiamo intenzione di aprire una web-radio, se ci sarà possibile, da affiancare al nostro sito. E fondamentale sarà allargare i nostri contatti e la struttura associativa: gran parte di noi è nella Margherita, è vero, ma l’associazione in sè è apartitica e deve rimanere tale, aperta a tutti".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Ottobre 2006
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