Nuovo ospedale: ancora tutto fermo

Angelo Carenzi, già direttore dell'ospedale e "assessore-meteora" alla Salute, sulla questione del polo sanitario tra Busto-Gallarate è all'oscuro da mesi. L'Ulivo chiede di discuterne in commissione

Fin dal periodo della campagna elettorale si discute dell’idea di un grande polo sanitario comune fra Busto e Gallarate, identificato nei mesi scorsi come Fondazione Sanitaria per l’area Malpensa, e da creare nei prossimi anni come risposta locale al crescere della forza attrattiva dei complessi ospedalieri di Varese e Legnano.
Il discorso è certamente complesso, e rientra in quella rivisitazione della geografia sanitaria locale auspicata da più d’uno. Quel che lascia perplessi è che, nonostante le reiterate dichiarazioni dei politici in favore di questo progetto, al momento non vi sia ancora nulla di concreto. La situazione
rilevata nel settembre scorso non sembra essersi smossa, per ora: non solo, ma lo stesso Angelo Carenzi, qualche anno fa direttore dell’ospedale di Busto, e indicato da Farioli come referente principe per la futura evoluzione del progetto, per ora non è stato coinvolto.
anche per il Comune di Gallarate, partner in questo progetto. A chiedere lumi è ora Erica D’Adda, consigliere comunale per l’Ulivo, con un’interrogazione a risposta orale in commissione sull’ipotesi dell’ospedale unico Busto-Gallarate. D’Adda chiede se le intenzioni annunciate a più riprese da vari esponenti politici, su tutti il sindaco di Busto Farioli, siano presenti nell’agenda dell’amministrazione, e con quale priorità; se sì, quale sia il percorso previsto per la loro attuazione, e in quali tappe esso sia articolato; infine, in che tempi si possa giungere a coinvolgere il consiglio comunale. Domande che si possono tranquillamente duplicare  anche per il Comune di Gallarate, partner in questo progetto.
«Sono passati due mesi da quando Farioli aveva assicurato che "entro qualche giorno" si sarebbero formate due apposite commissioni consiliari, a Busto e Gallarate, per affrontare la questione» rileva D’Adda (nella foto). «E non sono mancate nel frattempo le dichiarazioni di politici locali che ribadivano l’impegno in direzione del nuovo polo ospedaliero. Tuttavia qui è necessario il coinvolgimento di tutti, a partire dai consigli comunali e, ovviamente, dal mondo della sanità. Per questo chiedo, d’accordo con tutto l’Ulivo, che si cominci a discutere in commissione per non trovarsi di fronte a semplici comunicazioni del sindaco al consiglio comunale, che nulla aggiungerebbero». La parola chiave è capire: «Capire innanzitutto da quali esigenze territoriali nasce l’idea, sulla quale in sè non ci pronunciamo ancora, sarebbe prematuro; e poi le modalità, i tempi, i costi, un quadro di riferimento per un intervento di così grande impatto a livello socio-sanitario ed urbanistico».

Valutare bene l’idea e coinvolgere quanti più attori possibili: questa l’idea espressa dall’Ulivo, che si ripropone di organizzare uno o più incontri sul tema entro le elezioni provinciali, previste per la prossima primavera. «Di certo siamo di fronte a sviluppi che per la loro rilevanza non potranno essere discussi e decisi dai soli politici, nelle segrete stanze dei municipi, e meno che mai dalle sole Giunte coi sindaci; serve l’apporto di tutti. Bisogna darsi delle scadenze, un calendario per avviare il confronto sul tema. Per ora si sono viste creare delle nuove fondazioni in materia scientifico-sanitaria, a riprova di un impegno in quel settore, ma si spera bene che le poltrone siano in funzione di un progetto, e non viceversa».

Intanto Angelo Carenzi cade dalle nuvole. Carenzi, già assessore alla Salute per pochi giorni e subito estromesso durante la feroce lotta per le deleghe seguita all’insediamento di Farioli a Palazzo Gilardoni, riferisce: «Sono all’oscuro di tutto, sono rimasto a quel punto». Farioli aveva indicato Carenzi come candidato ideale, per esperienza e curriculum, alla guida della costituenda Fondazione sanitaria – l’assessorato-meteora alla salute era stato concepito proprio in tal senso. Ma, da sei mesi in qua, si è rimasti per ora alle buone parole.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Gennaio 2007
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