A Legnano primo altolà per le candidature a sinistra

Dopo la presentazione di Nicoletta Bigatti, sostenuta dalle sinistre radicali (Verdi, Rifondazione) e da molti DS, la segretaria diessina Barbara Rosina viene smentita dal partito e si presenta dimissionaria

Fra i Comuni che andranno al voto la prossima primavera, nell’Alto Milanese spicca per importanza e dimensioni Legnano. Una città di oltre cinquantamila abitanti che sceglierà a chi affidarsi per il futuro; una città che ha vissuto grandi trasformazioni, assorbendo il duro colpo del declino delle industrie tradizionali. Una città, soprattutto, in cui si pone il problema del ricambio sulla poltrona del sindaco, occupata da più di nove anni da Maurizio Cozzi.

Mentre dal centrodestra per ora non arrivano "segnali forti" circa la scelta del candidato alla successione, nel centrosinistra c’è già bagarre e il segretario dei democratici di Sinistra, Barbara Rosina, si trova costretta a presentarsi dimissionaria al prosimo direttivo del partito. Pochi giorni or sono era stata infatti presentata quale candidata della sinistra (Verdi, Rifondazione, Comunisti italiani, con il sostegno della stessa Rosina e di gran parte dei DS) Nicoletta Bigatti, ma ben presto è arrivato un doppio altolà: dalle strutture provinciali dei partiti dell’Ulivo e, a quel punto, anche dall’assemblea dei soci DS, dove sono emersi vari "mal di pancia". La presentazione di una candidata è evidentemente apparsa prematura, da un lato alla Margherita, dall’altro al provinciale diessino. «Peccato, avevamo lavorato sodo fin dal luglio tenendo la barra fissa non solo sull’Ulivo, ma sull’Unione: tuttavia c’è stato chi aveva la propria idea e ha voluto insistere sulla propria strada, soprattutto la Margherita» afferma Rosina. «Volevamo una candidatura un po’ diversa dal solito, caratterizzata a sinistra, espressione della società civile e che svecchiasse il panormaa del gruppo dirigente. Ma ora, essendo stata smentita dal mio stesso partito, non mi resta che presentarmi dimissionaria al direttivo». Il problema è stato non tanto il nome, quanto il metodo della scleta. «C’è stato un equivoco, qualcuno pensava che quello di Nicoletta Bigatti fosse solo un nome che si buttava lì, come altri, all’avvio della campagna». invece era la conclusione logica di un proceso avviato qualche mese fa. «Certo che qui si parla di costruire una nuova "casa" politica con il Partito democratico, poi però si impiegano i soliti metodi vecchi di cent’anni» conclude amara Rosina.

Spostandosi più al centro, era cricolato ultimamente come possibile candidato sindaco il nome dell’ex presidente della Provincia di Milano (1995-1999) Livio Tamberi, in quota Margherita, che vive da alcuni anni a Legnano. Ma anche il nome… resta appunto solo un nome, come conferma il sottoscritto che, dicendosi assolutamente tranquillo, considera prematura ogni mossa («non c’è fretta»), «pur rispettando chi ha già deciso di prendere l’iniziativa». Stefano Quaglia, consigliere comunale per la Margherito (e non segretario comunale come avevamo erroneamente scritto, ce ne scusiamo con i lettori ndr) esprime il desiderio di limitare ogni pressione esterna emantenere il dibattito a livello cittadino: «Mi auguro che si riesca a ricompattare l’intera Unione entro le prossime settimane, ma per volontà dei legnanesi piuttosto che su indicazione del provinciale». Intanto, venerdì 26 si riunirà il tavolo provinciale milanese dell’Unione, e all’ordine del giorno potrebbe esserci anche la situazione legnanese, fattasi assai ingarbugliata.

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Pubblicato il 22 Gennaio 2007
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