Busto Civitas butta fuori i “dissidenti” e tira dritto
Sei espulsioni dal movimento, fra cui Mario Cislaghi: l'assemblea dei soci prende atto e approva il nuovo direttivo, ristretto a sette membri
«Contrariamente a quanto qualcuno aveva scritto, Busto Civitas non è morta». Alessandro Marelli, presidente del movimento, si toglie un sassolino dalla scarpa ed annuncia l’esito dell’assemblea dei soci convocata ieri sera, giovedì. La riunione era stata convocata presso i suoi uffici (visto che l’affitto della sede in viale Duca d’Aosta è scaduto); ma Mario Cislaghi ed altri "dissidenti" che erano con lui non vi hanno preso parte, per il semplice motivo che, a quanto dicono, hanno suonato ma non gli è stato aperto (pulsate et aperietur vobis, dicevano). Fuori dalla porta, metaforicamente e di fatto.
«Io non ho sentito suonare» assicura Marelli; e può essere, visto che l’assemblea si è chiusa nel tempo necessario a prendere atto della "purga" del direttivo, ricostituito su sette anzichè undici membri, nonché del bilancio. Luigi Rosa resta presidente onorario; quanto ai comitati, almeno i borsanesi restano fedeli al gruppo dirigente.«Gli espulsi in ogni caso non potevano comunque partecipare all’assemblea»: infatti, riferisce Marelli, tre giorni fa sei soci sono stati espulsi dal movimento da quel che restava del gruppo dirigente: si tratta, oltre a Cislaghi, di Lampugnani, Bianchi, Rita Raimondi, Serafini e Stefanazzi. Fra i sei defenestrati spicca il gruppo degli ex leghisti: e c’era fra di loro chi si era esposto in difesa di Rosa appena un anno fa: passa in fretta il tempo a Busto Arsizio.
«Da domani riprendiamo a fare politica, a partire dai quartieri» dichiara ora Marelli. Quanto a Cislaghi, sottolinea di aver ricevuto due raccomandate in sequenza: una relativa alla "decadenza" dal direttivo, e la seconda per la convocazione dell’assemblea, «in qualità di soci fondatori» sottolinea; «ma nessuna comunicazione ufficiale della nostra espulsione da Busto Civitas ci era ancora giunta. E otto dei quattordici soci fondatori sono qui con me in questo preciso momento». Fuori dalla porta, per l’appunto.
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