Piazza Vittorio Emanuele II, dalla raccolta di firme al referendum

 

«Vuoi tu
consentire che, nell’ambito di un programma integrato di intervento
di iniziativa privata per la riqualificazione della piazza Vittorio Emanuele II in centro storico di Busto Arsizio, si costruisca un
silos sotterraneo adibito a parcheggio di autovetture con la
conseguente rimozione del monumento ai caduti?» Questo il quesito referendario cui i bustocchi potrebbero un domani essere chiamati a rispondere: a proporre un referendum consultivo è La Voce della Città, forte della oltre duemila firme già raccolta a difesa del monumento esistente nella piazza, che in base al progetto dell’autosilo dovrebbe essere spostato e ricollocato altrove. Ma l’idea del referendum non dispiace neppure a sinistra, dove Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani stanno discutendo della possibilità di appoggiarlo, come già fatto per la precedente raccolta di firme.

Per indire il referendum servirà… un’altra raccolta di firme, tale da raggiungere il 4% circa degli aventi diritto al voto (vale a dire circa 2500 firme). «Ce la facciamo, non c’è problema» afferma sicuro Audio Porfidio, ancora piccato per certi commenti giunti da Palazzo Gilardoni e che tacciavano di «rozzezza» la sua linea politica. Porfidio è così sicuro del fatto suo, e dell’appoggio dei cittadini alla proposta, da aver già steso il testo della delibera con la quale il consiglio comunale prenderebbe atto del successo del referendum (consultivo) e cancellerebbe la parte di progetto relativa al parcheggio sotterraneo. Ma perchè si arrivi a tanto occorrerà del tempo: per ora, la richiesta formale avanzata all’amministrazione è quella relativa all’ammissibilità del quesito refendario. Se questa sarà riconosciuta, tramite apposita ordinanza del sindaco sarà possibile avviare la raccolta di firme per far partire il referendum.